Allegorie sonore da un pianoforte coltellato - ANNA LAURA LONGO

11 Settembre 2016 20:45 - 21:30

Eventi 2016   AREA CONSORZIO VENEZIA SVILUPPO (EX LUCCHESE)

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Ho "costruito" delle Allegorie sonore per una lettura-spettacolo del Pilade di Pier Paolo Pasolini diretto da Marco Palladini (con la partecipazione della compagnia dei poeti di cui sono membro), servendomi di pianoforti coltellati di mia ideazione, su cui sto portando avanti uno specifico lavoro.
Poiche' il testo pasoliniano prende avvìo da una rievocazione delle uccisioni di Egisto e Clitennestra (i cui corpi sono rimasti a lungo sotto il sole, esangui e privi di sepoltura), lo sfruttamento dei pugnali/coltelli in chiave sonora ed il loro inserimento nel pianoforte ha voluto fortemente contribuire a delineare una densa caratterizzazione simbolica nonche' mettere in campo una drammatizzazione vera e propria dello strumento stesso. Buona parte degli interventi musicali qui descritti si ritrova a far leva su una deliberata rinuncia all'uso della tastiera e su una valorizzazione ed un impiego fattivo di altre parti del misterioso e compatto blocco-pianoforte.
Ne e' scaturita la formulazione – in veste di performer - di una fisicita' esclusiva e di una manualità davvero inedita, attraverso la ricerca di un posizionamento corporeo altro, sfociato in vere e proprie ondate di suoni dapprima spuri e grevi, che hanno musicalmente voluto restituire gli aloni e gli ispessimenti insiti nel canto oscuro delle Furie, in alternanza con miscele timbriche derivanti da agguerrite manipolazioni di corde, le quali si sono rese necessarie invece per un tratteggio di personaggi specifici, primo fra tutti lo stesso Pilade, protagonista della tragedia ed a seguire la dea Atena, portatrice di terrifiche profezie. Solo per alcuni frammenti isolati si e' fatto uso di un pianoforte a coda, in buona parte del lavoro si e' solidamente privilegiato il pianoforte verticale poiche' in questa circostanza, in virtu' di un' aderenza al testo pasoliniano, la verticalita' della "parete" dello strumento (la parte retrostante nella fattispecie) e' stata vista come una sorta di riproduzione e vistoso emblema delle mura della citta' di Argo, da cui si origina del resto l'azione ; dunque tale "parete" si e' dimostrata - appropriatamente - carica di una sorta di fascino proto-scenografico. A tale riguardo l'iniziale situarsi, anzi lo "schierarsi" nettamente alle spalle di un pianoforte, per determinare suoni sorgivi, ha rimarcato la volonta' di costruire un'ipotesi di un altrettanto simbolico abbraccio, questa volta a ridosso del Passato, un Passato a cui il testo fa difatti costantemente riferimento.

Il pianoforte coltellato tuttavia, oltreche' frutto di una sperimentazione che procede in direzione di un adempimento di una poetica sul suono alquanto peculiare, risponde evidentemente ad un'esigenza e ad un criterio anche di tipo puramente installativo, pertanto siffatto strumento, previa azione di pluriaccoltellamento potra' ritenersi dotato di connotati e fattezze proprie di un'installazione visiva vera e propria, di carattere a se' stante: dunque un pianoforte-opera che potra' certo trovare collocazione in adeguati spazi espositivi per un dispiegamento – anche - del proprio originale assetto estetico- visivo.
La ricerca sui pianoforti coltellati rientra infine in un piu' ampio lavoro, scandito dalla sigla A.C.T. e sottotiloto LA MODELLAZIONE DEL CORPO-SUONO che prevede l'uso di pianoforti rispettivamente Abissali/Coltellati/Tellurici.

www.annalauralongo.com
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