Era il 12 aprile 1961 quando il cosmonauta sovietico Yuri Gagarin, attraverso uno storico volo durato 108 minuti, apriva la strada alle missioni umane di esplorazione nello spazio.

"Da quassù la Terra è bellissima e senza confini" è la frase da lui pronunciata appena visto il mondo da lontano.

Riteniamo necessario restare nell’attuale complessa realtà, guardando la Terra nella sua bellezza ma anche con tutti i suoi orrori: i conflitti, la crisi ambientale, l’ingiustizia sociale.

Allontanarsi vuol dire prendere le distanze dalle nostre piccolezze: l’egoismo, il tornaconto personale, i bisogni indotti, l’incapacità di tendere al bene comune, perché se si riesce ad andare oltre una visione egocentrica guardando da un altro punto di vista, come farebbe un astronauta dalla sua navicella spaziale, potremmo tornare a respirare consapevolmente la stessa aria, e a dirci che la vita è bellissima.

Ognuno di noi, attraverso la lente dell’arte può vedere ed esprimersi in un linguaggio universale che supera e abbraccia le diversità, che ci permette in un primo momento di estraniarci dalla realtà, per poi ritornare coi piedi per terra e rimetterci in gioco per renderla migliore.

Un invito agli artisti ad allontanarsi dal consueto sperimentando nuove prospettive e nuove visioni, perché il Festival vuole essere (anche) uno spazio di confronto fra gli infiniti punti di vista.

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