Antico teatro di anatomia - Campagna #unacartolinaperLaVida
09 Settembre 2018 16:00 - 19:30
Fondamenta Sant'Eufemia, 30133 Venezia, Italia
Chiediamo all’Amministrazione comunale di Venezia che il Piano Regolatore Comunale venga rispettato e quindi mantenuta la destinazione d’uso prevista per l’immobile Teatro di Anatomia classificato come “Tipologia SU” (Unità edilizia speciale preottocentesca
a struttura unitaria, che prevede come destinazioni d’uso compatibili: musei; sedi espositive; biblioteche; archivi; attrezzature associative; teatri; sale di ritrovo; attrezzature religiose).
Le istruzioni sono semplici!
- prendi una cartolina, saremo presenti al Festival domenica 9 in Fondamenta S. Eufemia
- scrivi un messaggio chiaro al Comune per chiedere che la Vida resti disponibile agli abitanti, che la comunità sia riconosciuta come soggetto capace di gestire i beni pubblici come spazi di cultura, relazione, incontro…
- aggiungi il tuo nome, la città in cui abiti e l’età
- resitituscila
- aspetta il 17 settembre: consegneremo insieme tutte le cartoline!
Mille cartoline indirizzate all’Amministrazione comunale per chiedere uno STOP ai cambi d’uso e alla privatizzazione del patrimonio pubblico, bene da valorizzare mettendolo a sistema e assicurandone un uso condiviso, la cui gestione può essere affidata alle comunità.
Questo è possibile anche grazie alle numerose esperienze che in Italia hanno avviato gestioni di spazi pubblici affidati a comunità di abitanti definendo i necessari strumenti per l’affidamento amministrativo che fanno riferimento al concetto di sussidiarietà definito dal quarto comma dell’articolo 118 della Costituzione. Ne ha data ampia testimonianza il Convegno nazionale “L’altro uso” svoltosi a Venezia, presso l’Università IUAV, il 14 e 15 aprile scorsi.
Gli abitanti che si sono stretti attorno alla Vida ritengono di aver dimostrato, con documentazione comprovata, che l’Antico Teatro di Anatomia non può essere trasformato in un ristorante come auspicava l’attuale acquirente Alberto Bastianello: le norme del PRC non lo prevedono.
L’imprenditore, impossibilitato a realizzarne alcuna attività di tipo commerciale, rifiuta a tutt’oggi la consegna ufficiale dell’immobile, che rimane in custodia giudiziaria alla Regione Veneto. Ad aggravare il quadro permane la pendenza di procedimento civile e penale a cui alcuni abitanti sono arbitrariamente sottoposti perché accusati di aver contestato in prima persona una vendita dimostratasi palesemente sbagliata.
A questo punto la situazione va sbloccata. Il bene deve tornare sotto la regia pubblica e il soggetto che può farlo, per ruolo statutario e vicinanza alla popolazione, è il Comune di Venezia.
La proposta che gli abitanti della Vida avanzano all’Amministrazione comunale veneziana, è quella di farsi carico, con determinazione e coraggio, della situazione, trovando modalità consone per l’acquisizione dell’immobile. Crediamo che questa possa costituire una occasione nuova e importante per sperimentare assieme lo strumento di regolamentazione dei beni comuni anche a Venezia, dopo la positiva attenzione avvenuta in altre città italiane come Napoli e Bologna.
Le istruzioni sono semplici!
- prendi una cartolina, saremo presenti al Festival domenica 9 in Fondamenta S. Eufemia
- scrivi un messaggio chiaro al Comune per chiedere che la Vida resti disponibile agli abitanti, che la comunità sia riconosciuta come soggetto capace di gestire i beni pubblici come spazi di cultura, relazione, incontro…
- aggiungi il tuo nome, la città in cui abiti e l’età
- resitituscila
- aspetta il 17 settembre: consegneremo insieme tutte le cartoline!
Mille cartoline indirizzate all’Amministrazione comunale per chiedere uno STOP ai cambi d’uso e alla privatizzazione del patrimonio pubblico, bene da valorizzare mettendolo a sistema e assicurandone un uso condiviso, la cui gestione può essere affidata alle comunità.
Questo è possibile anche grazie alle numerose esperienze che in Italia hanno avviato gestioni di spazi pubblici affidati a comunità di abitanti definendo i necessari strumenti per l’affidamento amministrativo che fanno riferimento al concetto di sussidiarietà definito dal quarto comma dell’articolo 118 della Costituzione. Ne ha data ampia testimonianza il Convegno nazionale “L’altro uso” svoltosi a Venezia, presso l’Università IUAV, il 14 e 15 aprile scorsi.
Gli abitanti che si sono stretti attorno alla Vida ritengono di aver dimostrato, con documentazione comprovata, che l’Antico Teatro di Anatomia non può essere trasformato in un ristorante come auspicava l’attuale acquirente Alberto Bastianello: le norme del PRC non lo prevedono.
L’imprenditore, impossibilitato a realizzarne alcuna attività di tipo commerciale, rifiuta a tutt’oggi la consegna ufficiale dell’immobile, che rimane in custodia giudiziaria alla Regione Veneto. Ad aggravare il quadro permane la pendenza di procedimento civile e penale a cui alcuni abitanti sono arbitrariamente sottoposti perché accusati di aver contestato in prima persona una vendita dimostratasi palesemente sbagliata.
A questo punto la situazione va sbloccata. Il bene deve tornare sotto la regia pubblica e il soggetto che può farlo, per ruolo statutario e vicinanza alla popolazione, è il Comune di Venezia.
La proposta che gli abitanti della Vida avanzano all’Amministrazione comunale veneziana, è quella di farsi carico, con determinazione e coraggio, della situazione, trovando modalità consone per l’acquisizione dell’immobile. Crediamo che questa possa costituire una occasione nuova e importante per sperimentare assieme lo strumento di regolamentazione dei beni comuni anche a Venezia, dopo la positiva attenzione avvenuta in altre città italiane come Napoli e Bologna.