Soggetto Nomade - GIULIA BARSUOLA

09 Settembre 2016 15:30 - 11 Settembre 2016 19:30

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Esposizioni 2016   CIRCOLO ARCI "LUIGI NONO"

Fondamenta del Ponte Longo, 235/A - Giudecca 30133 Venezia VE, Italia

"Soggetto Nomade"
Fotografie istantanee di Giulia Barsuola


Sei trittici di fotografie istantanee scattate con una Polaroid One600 tra l’Agosto 2015 e il Luglio 2016. L’inizio e la fine è la stessa città: Berlino. Come la Venezia di Marco Polo ne Le Città Invisibili di Italo Calvino.

L’esistenza in movimento è l’unica forma di vita che riesco a immaginare: cambiare spesso ambientazione, casa, strade, ufficio, profumi, suoni, architetture. Cambiare le abitudini, le ossessioni, il bar dove fanno il tuo caffè preferito, il posto dove andare la domenica pomeriggio a camminare, le strade da percorrere per tornare a casa, il cinema alternativo della città, la bici, gli amici, l’indirizzo mail universitario, i professori, la biblioteca, il tuo ristorante preferito dove portare chi ti viene a trovare dall’Italia, la tua libreria preferita, il modo in cui pronunciano il tuo nome.
Imparare a capire che nulla di questo è perso: ogni volta che cambi orizzonte, porti con te tutto quello che hai incontrato nel cammino. Un modo per vivere tante vite in questa sola vita che ci è concessa. Un’unica regola: non fermarsi.

Il Soggetto Nomade di Rosi Braidotti.

Ho 24 anni e negli ultimi tre anni ho vissuto in due continenti, tre nazioni, quattro case e frequentato quattro università diverse. Associo il nome “casa” a tanti luoghi, ma il primo che mi viene in mente è sempre Via Archirola, dove vivo con la mia compagna, la nostra gatta, le nostre due coniglie e i nostri libri.

"Ritratti di Persone Invisibili.
Fotografie ritrovate dal Flohmarkt am Mauerpark, Berlin"


Domenica 3 Luglio 2016: atterro a Berlino e decido di andare al mercato delle pulci al Mauerpark nelle tre ore che mi separano dal treno per Lipsia.
Un banco vende centinaia di oggetti usati d’epoca. Anche passaporti della DDR. In alcuni scatoloni per terra sono gettate decine di foto d’epoca, ingiallite e col tipico buonissimo profumo di tutte le cose vecchie. Mi siedo accanto agli scatoloni e seleziono 30 foto. Mi fanno un prezzo di favore.
Metto via il mio bottino, attenta a non rovinarle.
Sul treno per Lipsia, riguardo le foto scelte e penso a tutte quelle che sono rimaste negli scatoloni. Chi le prenderà? E soprattutto, chi le ha scattate? E chi le vende, come le ha avute? Ripenso ai volti delle foto che ho lasciato negli scatoloni: mi mettevano tristezza, per questo ho preso soprattutto foto di paesaggi e corpi, non volti.
Ritratti di persone invisibili, come in Paul Auster.

Sul treno per Lipsia, decido di esporre 19 di queste foto alla Giudecca. Anche se non le ho scattate io. Anche se non so se chi le ha scattate sarebbe d’accordo. Tuttavia, un pensiero mi rassicura: sono troppo belle per rimanere nascoste nel mio armadio.
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