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23 Gennaio 2016 21:00

Aspettando il Festival 2016   CZ95

Calle della Croce 95, Giudecca 30133 Venezia VE, Italia

DUO CORO sono David Beltran Soto Chero alla chitarra e Mario Cardona al charango.
Sabato 23 gennaio vi aspettano per una calda serata d'atmosfera al CZ95, presenteranno il loro disco "De Viaje y Contrapunto".

La chitarra e il charango sono due vecchi conoscenti.
Gli spagnoli all’epoca della conquista del Nuovo Mondo portarono con sé la vihuela e la chitarra barocca introducendo così strumenti cordofoni nel panorama musicale autoctono formato prevalentemente da aerofoni e percussioni. Da quell’incontro nacque il frutto mestizo, il charango.
Da allora chitarra e charango hanno percorso un lungo cammino assieme attraverso i tanti ritmi e danze che caratterizzano le molteplici espressioni musicali dei paesi andini, dalla Bolivia al Perù, dal nord dell’Argentina al Cile e all’Ecuador. Tuttavia, oggi la chitarra e il charango non si ritrovano assieme solo nella musica popolare, ma condividono anche un repertorio colto, in cui risaltano le possibilità compositive che questi strumenti offrono integrandosi.

Il Duo Coro presenta i diversi possibili percorsi musicali che caratterizzano tale repertorio, dalla musica tradizionale alle composizioni di autori contemporanei ma, soprattutto, si proietta verso una propria espressione musicale rivendicando una totale libertà nella composizione, attraverso sonorità e armonie che, pur nel rispetto della prassi esecutiva degli strumenti, si avventurano in una ricerca timbrica del tutto personale e originale.



27 Febbraio 2016 17:30

Aspettando il Festival 2016   SPAZIO BOCCIOFILA

Corte dei Cordami, 576/b - 30133 Venezia, Italia

Ospite allo Spazio Bocciofila questo sabato Tiziano Scarpa, per una chiacchierata sul suo ultimo libro ma non solo, presentato da Elisabetta Lombardi.

Tiziano Scarpa è nato a Venezia il 16 maggio 1963. Ha vinto il Premio Strega nel 2009 con Stabat Mater. Tra gli altri libri: Occhi sulla graticola (1996), Amore (1998), Cosa voglio da te (2003), Corpo (2004), Le cose fondamentali (2010), tutti editi da Einaudi; Amami (Mondadori 2007), raccolta di sessanta microstorie affiancate da altrettante immagini di Massimo Giacon; Discorso di una guida turistica di fronte al tramonto (Amos, 2008). È anche autore di radiodrammi (Pop corn, 2007) e testi teatrali tra cui: Comuni mortali (Effigie, 2007), L’inseguitore (Feltrinelli 2008), L’infinito (Einaudi 2012).


Il brevetto del Geco è un romanzo vorticoso, vivace, profondamente contemporaneo, che attraversa le esperienze piú belle e angoscianti della vita: il talento, l'amore, la fede e la capacità di creare.
Si fanno chiamare Cristiani Sovversivi. C'è chi li considera dei terroristi, e chi invece pensa che siano un toccasana per il nostro spompato Occidente. Agiscono sullo sfondo, mentre in primo piano si alternano le avventure di due personaggi che hanno molto in comune, anche se non lo sanno ancora. Il primo è Federico Morpio: artista a Milano, ex giovane, si ritrova solo e senza soldi. Ha un dubbio che lo angoscia piú dei debiti: è stato escluso dall'ambiente dell'arte perché non aveva gli agganci giusti o non, piuttosto, per la sua mancanza di talento? Lo scoprirà unendosi a un gruppo di ambiziosi sognatori. La seconda è Adele, una giovane donna malinconica. Ha un lavoro da impiegata, vive sola. Una notte incontra un essere domestico e prodigioso: la sua vita ha una svolta, comincia a frequentare persone speciali. Insieme a loro concepisce un piano inaudito. Come i suoi protagonisti, questo romanzo si getta nella mischia della nostra epoca. Colpi di scena e accelerazioni improvvise si mescolano a incursioni nella natura e nell'arte: il brulicare di creature nelle periferie urbane, le chiese, i musei, le mostre di arte contemporanea. Ma intanto, su ogni dettaglio della vita e della morte vigila un'entità umbratile, che dice misteriosamente di essere «l'Interrotto». Con una forza narrativa mai prima d'ora cosí dirompente, Tiziano Scarpa racconta la vocazione come tensione verso l'assoluto, sempre in bilico tra il disastro e la perfezione. Il risultato è un romanzo che prova a immaginare la deriva del nostro mondo e insieme - grazie alla potenza delle parole - ne ridisegna continuamente i confini.



13 Marzo 2016 18:00

Aspettando il Festival 2016   CZ95

Calle della Croce 95, Giudecca 30133 Venezia VE, Italia

Ancora un appuntamento di Aspettando il Festival in collaborazione con Arci Luigi Nono e Ride with us - Paris 2015 al CZ95 domenica 13 marzo 2016, dalle 18,00.

Alberto Fiorin ed alcuni compagni di viaggio ci racconteranno, a parole e per immagini, l'avventura del progetto Ride With Us, una pedalata da Venezia a Parigi per la conferenza mondiale sul clima COP21.

Un viaggio di 1341 km in bicicletta, tra piogge, neve, salite e discese, vissuta con il desiderio di accrescere la consapevolezza sui cambiamenti climatici e per sottolineare l'importanza della conferenza mondiale sul clima. Un progetto nato per dare maggiore visibilità mediatica all'evento ma anche una preziosa opportunità d'incontro durante il percorso.




19 Marzo 2016 20:30

Aspettando il Festival 2016   CZ95

Calle della Croce 95, Giudecca 30133 Venezia VE, Italia

Stefania Noce - quello che è Stato è un film documentario in forma di diario del regista Bibi Bozzato, che racconta la storia di Stefania Noce, vittima di femminicidio nel 2011 a Licodia Eubea (CT).
Girato tra la provincia di Catania e la provincia di Ragusa, è distribuito su tutto il territorio nazionale grazie ad associazioni e strutture (in prevalenza indipendenti, ma anche Istituzioni o Enti) interessate a diffondere e a proiettare la testimonianza diretta coinvolgendo cittadine e cittadini.
Un film per rendere partecipi il maggior numero possibile di persone, per far sì che si parli, si continui a parlare e non si dimentichino le vittime e i protagonisti del delitto. Che non si finisca per assolvere, che ci si interroghi sulle cause, che ci si chieda quali siano i punti in comune tra le tante storie, i nomi, la riconoscibilità.
Non un percorso di risposte, ma un invito a porsi dubbi.
Il committente del documentario è Ninni Noce, padre della vittima.

Alla proiezione sarà presente anche Serena Maiorana, autrice del libro su Stefania Quello che resta (ed. Villaggio Maori, 2013) e voce anche nel film.

Lei aveva solo 24 anni ma pensieri e riflessioni molto più mature. Studentessa di Lettere e Filosofia all'Università di Catania, con una forte e poliedrica personalità, un'intelligenza vivace ma soprattutto femminista attiva, appassionata di letteratura, attualità e politica. Non la si può dimenticare nella foto che la ritrae a capo del corteo del 13 Febbraio 2011 con il braccio alzato a tenere con fierezza il cartello “Non sono in vendita”. E nemmeno le sue parole che fanno gelare il sangue al pensiero che sia stata proprio lei a scriverle: «Malgrado i risultati ottenuti, ancora nel 2005, una donna violentata “avrà avuto le sue colpe”, “se l’è cercata” oppure non può appellarsi a nessun diritto perché legata da vincolo matrimoniale al suo carnefice. Inoltre, la società fa passare pubblicità sessiste o che incitano allo stupro; pornografie e immagini che banalizzano le violenze alle donne…» rivolgendole a «quelle donne che non hanno ancora smesso di lottare. Per chi crede che c’è ancora altro da cambiare, che le conquiste non siano ancora sufficienti, ma le dedico soprattutto a chi NON ci crede. A quelle che si sono arrese e a quelle convinte di potersi accontentare».
(Angelita Privitera, farefilm.it)

Il film ragiona poi molto anche sul termine femminicidio e viene raccontato il punto di vista di Ninni e di Serena Maiorana, che su Stefania ha scritto un libro, perché quel termine, così Ninni spiega, permette di annacquare e decontestualizzare le cose. Tutti vi si parano dietro, ma a lui sembra che perfino la morte di sua figlia sia stata un mezzo per alcun* per ricavare visibilità. Serena poi aggiunge cose, secondo me, molto interessanti perché la sua visione del problema è intera, compiuta. Analizza anche lei il quadro culturale e poi riflette sull’uso che il governo e le istituzioni hanno fatto del brand femminicidio. Buono per ritagliarci una legge che in realtà sdogana misure repressive contro attivismi, azioni di movimento, i notav, i nomuos, perché anche lei non vive il femminismo a compartimenti stagni. E’ questa decontestualizzazione, perciò la conseguente deresponsabilizzazione del contesto sociale che ha generato una cultura comunque responsabile di quel delitto, che nel film viene denunciata con grande chiarezza e personalmente io ringrazio Bibi Bozzato per averla messa a fuoco e non aver trascurato di parlare del delitto dando voce ad una analisi sociopolitica inaspettata e auspicata di questi tempi.
(laglasnost, abbattoimuri.wordpress.com)



30 Aprile 2016 15:00 - 19:00

Aspettando il Festival 2016   CZ95

Calle della Croce 95, Giudecca 30133 Venezia VE, Italia

Il Festival Internazionale di Poesia "La Palabra en el Mundo", che vede ogni anno poeti di tutto il mondo dialogare con il pubblico di diverse città, ha come tema dominante quello della poesia come azione universale di pace.
La parola poetica, assieme alle altre forme artistiche, si propone come strumento di relazione, un terreno franco in cui i conflitti, le disuguaglianze, le diversità si possono incontrare e dialogare senza il rumore assordante di bombe e fuochi incrociati. Un’azione poeticamente di pace che mette la parola al centro offrendosi anche come atto di misericordia, una ‘palabra’ che in lingue e con stili differenti canta un’unica canzone di pace, tolleranza e amore. Una ‘palabra’ che sfida e invita all’ascolto.
Il Festival, sostenuto dal punto di vista organizzativo nella città di Venezia da anni dall’’Associazione Italia-Cuba, circolo di Venezia ‘Vittorio Tommasi’, ha tracciato un percorso di solidarietà ed un cammino di pace attraverso l’azione poetica offrendo alla cittadinanza e ai poeti invitati un momento libero e gioioso di confronto, scambio e riflessione sui grandi temi che vedono noi tutti coinvolti.

Il Festival internazionale di poesia La palabra en el Mundo di quest’anno si articolerà in due distinti momenti, il 30 Aprile al CZ95 - Giudecca ed il 7 Maggio a Venezia tra Centro Studi e Documentazione della Cultura Armena e Liceo Artistico M. Guggenheim.
L’evento del 30 Aprile ‘Aspettando la Palabra’, con la collaborazione del Festival delle Arti Giudecca e Sacca Fisola, ha come ragione di fondo quello di attendere l’edizione internazionale del 2016 assieme ai poeti e alle poetesse che hanno partecipato alle edizioni precedenti. Esso vuole essere anche una testimonianza di quanto nel territorio veneziano i poeti e le poetesse hanno generosamente messo in pratica nonostante la limitatezza di fondi e la scarsa attenzione da parte delle istituzioni locali.
Nella sala del CZ95 non ci saranno solo poeti e poetesse ma anche la musica ci accompagnerà in questa attesa.



14 Maggio 2016 20:30

Aspettando il Festival 2016   CZ95

Calle della Croce 95, Giudecca 30133 Venezia VE, Italia

Una serata di arte, musica e cultura a sostegno della campagna di crowdfunding per la realizzazione del film All'ombra della piramide, di Nadine Birghoffer e Adriano Iurissevich.
Durante la serata di sabato 14 maggio verrà presentato il film, ancora in fieri, e la campagna di crowdfunding, per diventare tutti piccoli produttori di un grande progetto, un film che vedrà la Giudecca co-protagonista. Dalle 20,30 proiezioni, letture, canzoni, poesia, scene e musica con diversi ospiti isolani e non.

All'ombra della piramide è la storia di una ricerca interiore, di una vita riscritta. La storia di un mondo in trasformazione.
Alice ha 25 anni e lavora come cassiera in un centro commerciale a Strasburgo. Il suo quotidiano la soffoca. Protesta contro il modello che gli propone la società: metropolitana, lavoro, sonno. La sua vita vale di più di uno stipendio. Decide di isolarsi per ritrovare una sua identità. Si siede davanti alla finestra ed osserva la vita all’esterno, e al contempo approfondisce il suo mondo interiore. Il viaggio intimo di Alice si svolge allo stesso ritmo con cui sboccia la natura circostante.
All’Ombra della Piramide è anche la storia di molti altri piccoli personaggi, di esseri umani di ogni natura impegnati a risvegliare la loro coscienza per evolversi verso un mondo migliore.
I luoghi del film sono tutti emblematici e tutti ci raccontano qualcosa.
L’isola della Giudecca a Venezia, un’isola di relazioni, umanità viva, di personaggi e invenzioni altre rispetto al cliché. Madrid, quartiere di Lavapies, colorato crogiolo di innumerevoli etnie e vitali sperimentazioni. La campagna del Gers, meravigliosa oasi di tranquillità. Strasburgo, centro politico e culturale d’Europa e delle sue contraddizioni. Luigi Zoja, il suo pensiero e i suoi scritti (in particolare La morte del prossimo, Ed. Einaudi 2009 e Psiche, Ed. Bollati Boringhieri 2015) sono riferimento e ispirazione per questo film, a cui Luigi Zoja ha anche cortesemente offerto consulenza per le tematiche psicoanalitiche.
Il film si avvale della partecipazione straordinaria del drammaturgo spagnolo José Sanchis Sinisterra.

Visita il sito del film
Per sostenere il progetto visita la pagina Indiegogo



22 Maggio 2016 18:30

Aspettando il Festival 2016   CZ95

Calle della Croce 95, Giudecca 30133 Venezia VE, Italia

Domenica 22 maggio alle 18,30 gli Attori... all'improvviso metteranno in scena una lettura teatrale della commedia di Aristofane, con la direzione di Adriana Saoner.

Per porre fine ad un'interminabile guerra, l'ateniese Lisistrata (colei che dissolve gli eserciti), convoca alcune concittadine e le rappresentanti delle città coinvolte direttamente nel conflitto, una Spartana, una Beota, una Corinzia. Questo il geniale piano di Lisistrata: le donne si vieteranno ai propri uomini fino a quando prometteranno di far pace.
Gli uomini dovranno capitolare e la nuova, incruenta guerra delle donne vincerà sulla sanguinosa guerra degli uomini.
Il brillante espediente dell’astensione di tutte le donne della Grecia dal sesso genera effetti di comicità potente e per nulla grossolana, anche quando le battute e le situazioni sono spinte e disinvolte.
Il messaggio della Lisistrata, oltre l’invito alla pace e alla riconciliazione tra i Greci, è l’affermazione della parità fra l’uomo e la donna, ma vi è anche altro in questa comemdia di Aristofane. Seppur non in modo evidente, è insita anche la tragedia nella commedia: la guerra come un fatto contro natura e l'abdicazione degli uomini al senso del valore. Se prima gli uomini avevano un senso della patria e dell'onore ora sono poco più che animali che combattono per niente.



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