Tutti gli eventi, Categoria Esposizioni 2016
09 Settembre 2016 08:00 - 10 Settembre 2016 21:00
Fondamenta Sant'Eufemia 448, Giudecca 30133 Venezia VE, Italia
Luigi Rifani nasce nel 1940, da genitori italiani, a Leros (Grecia), vive e lavora a Venezia.
Utilizza oggetti, foto, negativi e grafica su cartone per realizzare originali opere di collage, ha esposto per la prima volta nel 1973 alla Fondazione Bevilacqua la Masa, per poi proseguire con numerose personali e collettive in Italia e all'estero.
Da uno scritto di Eraldo Di Vita:
Si tratta di lavori concettuali, creati dall’alchimia dell’artista, costituiti da foto, montaggi, collage, eseguiti con grande vivacità e fantasia, estro e creatività, da un operatore come Luigi Rifani, un po’ visionario e un po’ folle come tutti i veri artisti. Tutta la produzione che conosciamo di questo autore oscilla tra descrizione oggettiva dell’universo circostante e invenzione soggettiva del proprio mondo interiore.
Sul piano formale è tutto un alternare di moduli linguistici sempre diversi e talvolta contraddittori, che sono il frutto non di uno sterile sperimentalismo fine a sé stesso, ma di una ben precisa posizione esistenziale.
Rifani rappresenta un “unicum” nel panorama della fotografia italiana, uno che opera nel campo della ricerca personale, dimostrandosi attento conoscitore delle tendenze internazionali contemporanee. Rifani si accosta alla fotografia in quanto costruzione di un’immagine, piuttosto che ripresa di essa. Ordine e caos giocano entrambi un ruolo importante nelle sue creazioni e il suo lavoro ha affinità con l’espressionismo (proporzioni e spazi), con il surrealismo (luce e fotogrammi) e con il minimalismo (uso dei materiali e loro collocazione). Rifani intende forzare i parametri del mezzo fotografico per mettere in discussione il processo con cui viene creata e usata la fotografia.
I lavori di Luigi Rifani saranno in mostra per il Festival al Bar La Palanca, aperto dalle 8.00 alle 21.00, chiuso la domenica.
Utilizza oggetti, foto, negativi e grafica su cartone per realizzare originali opere di collage, ha esposto per la prima volta nel 1973 alla Fondazione Bevilacqua la Masa, per poi proseguire con numerose personali e collettive in Italia e all'estero.
Da uno scritto di Eraldo Di Vita:
Si tratta di lavori concettuali, creati dall’alchimia dell’artista, costituiti da foto, montaggi, collage, eseguiti con grande vivacità e fantasia, estro e creatività, da un operatore come Luigi Rifani, un po’ visionario e un po’ folle come tutti i veri artisti. Tutta la produzione che conosciamo di questo autore oscilla tra descrizione oggettiva dell’universo circostante e invenzione soggettiva del proprio mondo interiore.
Sul piano formale è tutto un alternare di moduli linguistici sempre diversi e talvolta contraddittori, che sono il frutto non di uno sterile sperimentalismo fine a sé stesso, ma di una ben precisa posizione esistenziale.
Rifani rappresenta un “unicum” nel panorama della fotografia italiana, uno che opera nel campo della ricerca personale, dimostrandosi attento conoscitore delle tendenze internazionali contemporanee. Rifani si accosta alla fotografia in quanto costruzione di un’immagine, piuttosto che ripresa di essa. Ordine e caos giocano entrambi un ruolo importante nelle sue creazioni e il suo lavoro ha affinità con l’espressionismo (proporzioni e spazi), con il surrealismo (luce e fotogrammi) e con il minimalismo (uso dei materiali e loro collocazione). Rifani intende forzare i parametri del mezzo fotografico per mettere in discussione il processo con cui viene creata e usata la fotografia.
I lavori di Luigi Rifani saranno in mostra per il Festival al Bar La Palanca, aperto dalle 8.00 alle 21.00, chiuso la domenica.
09 Settembre 2016 08:00 - 10 Settembre 2016 21:00
Fondamenta Sant'Eufemia 448, Giudecca 30133 Venezia VE, Italia
Antonio Giancaterino e' uno scultore italiano che vive e lavora a Venezia. Nato a Penne (Pescara), inizia la sua carriera nel locale Istituto d'Arte, per poi trasferirsi a Venezia dove frequenta il corso di Scultura con il Maestro Alberto Viani.
Dal 1976 ha partecipato a mostre personali e collettive in Italia e all’estero; ha realizzato sculture per allestimenti teatrali, è stato curatore di mostre personali e collettive. Alcune sue opere sono presenti nel museo d’arte moderna di Ca’Pesaro, Venezia, nel museo Querini Stampalia, Venezia, nella Fondazione Bob Wilson a S. Antonio del Texas, U.S.A.
Le sue sculture saranno in mostra per il Festival delle arti al Bar La Palanca, aperto tutti i giorni tranne domenica dalle 8 alle 21.
Dal 1976 ha partecipato a mostre personali e collettive in Italia e all’estero; ha realizzato sculture per allestimenti teatrali, è stato curatore di mostre personali e collettive. Alcune sue opere sono presenti nel museo d’arte moderna di Ca’Pesaro, Venezia, nel museo Querini Stampalia, Venezia, nella Fondazione Bob Wilson a S. Antonio del Texas, U.S.A.
Le sue sculture saranno in mostra per il Festival delle arti al Bar La Palanca, aperto tutti i giorni tranne domenica dalle 8 alle 21.
09 Settembre 2016 10:00 - 11 Settembre 2016 19:30
Calle del Forno, 312 - 30133 Venezia, Italia
Sono Manù Brunello.
Vivo e lavoro a Venezia, dove ho uno studio alla Giudecca.
La mia opera nasce dalla ricerca e dall'interpretazione di forme, strutture e superfici di oggetti, che vengono rappresentati attraverso l'attenzione assoluta del ritratto, dove l'oggetto è riletto con una tecnica che usa l'intreccio accompagnato ad una tridimensionalità, e "fermato" in una situazione di rappresentazione iconica.
“I linguaggi artistici di Manù Brunello si sono incontrati e fusi nella ricerca di estrarre e svelare la luce dentro alla struttura stessa restituendola condensata in una forma. La connessione è tale che si smarrisce il limite percettivo, e così la vista farà fatica talvolta a discernere tra tecnica reale e tecnica raffigurativa.”
Questo serie di oggetti si è arricchita nel percorso, di “temi”. La serie "Vestiti Sospesi" è stata convogliata in una installazione, ovvero una teoria di abiti ed accessori spogliati dal corpo, descritti in modo iconico, sospesi appunto, a comunicare la loro materia – anima, e, chiamati a far parte di una sorta di guardaroba viaggiante, che li fa approdare in vari luoghi e situazioni.
I ritratti dipinti di spille a forma di animale. Fanno parte della collana “GUARDAMI”. Gli animi di questi animali viaggiano in una proposta di scambio molto profondo di spiritualità. I loro occhi “guardano” e chiedono di entrare in sintonia, entrare e oltrepassare la densità di uno sguardo, e in questo tuffo dentro di loro, uscirne con grazia, consapevolezza, e con compassione. Sono rappresentati come gioielli preziosi, pronti da indossare, che ci regalano luce, bellezza, positività portando a raggiungere un'empatia nei loro confronti, in uno scambio di energie che gli animali sanno trasmettere “esistendo”.
Pizzi e ricami sarà visitabile presso lo studio di Manù nei giorni del Festival dalle 10 alle 12 e dalle 15.30 alle 19.30.
www.manubrunello.com
Vivo e lavoro a Venezia, dove ho uno studio alla Giudecca.
La mia opera nasce dalla ricerca e dall'interpretazione di forme, strutture e superfici di oggetti, che vengono rappresentati attraverso l'attenzione assoluta del ritratto, dove l'oggetto è riletto con una tecnica che usa l'intreccio accompagnato ad una tridimensionalità, e "fermato" in una situazione di rappresentazione iconica.
“I linguaggi artistici di Manù Brunello si sono incontrati e fusi nella ricerca di estrarre e svelare la luce dentro alla struttura stessa restituendola condensata in una forma. La connessione è tale che si smarrisce il limite percettivo, e così la vista farà fatica talvolta a discernere tra tecnica reale e tecnica raffigurativa.”
Questo serie di oggetti si è arricchita nel percorso, di “temi”. La serie "Vestiti Sospesi" è stata convogliata in una installazione, ovvero una teoria di abiti ed accessori spogliati dal corpo, descritti in modo iconico, sospesi appunto, a comunicare la loro materia – anima, e, chiamati a far parte di una sorta di guardaroba viaggiante, che li fa approdare in vari luoghi e situazioni.
I ritratti dipinti di spille a forma di animale. Fanno parte della collana “GUARDAMI”. Gli animi di questi animali viaggiano in una proposta di scambio molto profondo di spiritualità. I loro occhi “guardano” e chiedono di entrare in sintonia, entrare e oltrepassare la densità di uno sguardo, e in questo tuffo dentro di loro, uscirne con grazia, consapevolezza, e con compassione. Sono rappresentati come gioielli preziosi, pronti da indossare, che ci regalano luce, bellezza, positività portando a raggiungere un'empatia nei loro confronti, in uno scambio di energie che gli animali sanno trasmettere “esistendo”.
Pizzi e ricami sarà visitabile presso lo studio di Manù nei giorni del Festival dalle 10 alle 12 e dalle 15.30 alle 19.30.
www.manubrunello.com
09 Settembre 2016 12:00 - 11 Settembre 2016 21:00
Fondamenta Ponte Piccolo, 324 - Giudecca 30133 Venezia, Italia
Nella deriva di un mondo che a volte chiude gli orizzonti, Dario Santin scopre paesaggi interiori in oggetti che animano la nostra quotidianità.
Interior Landscapes: nuovi occhi per vedere una vita nascosta tra le pieghe del nostro immaginario. Uno scavo conscio ed inconscio sull'essere che percepisce la realtà e la sublima. La pittura che si fa rappresentazione approfondita dell'oggetto.
Dario Santin vive e lavora a S. Lucia di Budoia (PN).
Interior Landscapes: nuovi occhi per vedere una vita nascosta tra le pieghe del nostro immaginario. Uno scavo conscio ed inconscio sull'essere che percepisce la realtà e la sublima. La pittura che si fa rappresentazione approfondita dell'oggetto.
Dario Santin vive e lavora a S. Lucia di Budoia (PN).
09 Settembre 2016 15:30 - 11 Settembre 2016 19:30
Fondamenta Ponte Piccolo, 429, 30133 Venezia, Italy
Giulia Pecol, nata a Tolmezzo (Ud), fin da bambina
si appassiona al mondo dell’arte: dall’illustrazione
alla fotografia. Nonostante gli studi scientifici non
trascura mai l’illustrazione e rappresentazione che
rimangono la sua più grande passione.
Nel 2014 si laurea a Venezia in architettura e si trasferisce a Parigi dove lavora. Qui influenzata dai colori e dal fermento della grande città, ricomincia a disegnare assiduamente delineando un proprio stile.
Per il Festival delle Arti espone piccole e poetiche illustrazioni in vetrina al civico 326.
Nel 2014 si laurea a Venezia in architettura e si trasferisce a Parigi dove lavora. Qui influenzata dai colori e dal fermento della grande città, ricomincia a disegnare assiduamente delineando un proprio stile.
Per il Festival delle Arti espone piccole e poetiche illustrazioni in vetrina al civico 326.
09 Settembre 2016 15:30 - 11 Settembre 2016 19:30
Calle del Vaporetto, 30133 Venezia, Italia
"Con la testa tra le nuvole" è una installazione "volante", una serie di presenze appese qui e là. E' un invito all'andare a zonzo con il naso all'insù, con la leggerezza del perdigiorno e l'intensità del mettere in moto i pensieri.
"Nuvole celesti, sono, Dee solenni degli sbucciafatiche. Esse le idee ci dànno, la dialettica, la ciurmeria, l'ingegno, la chiacchiera, il ghermire concetti, il dar nel segno!"
Socrate in Le nuvole di Aristofane
"Nuvole celesti, sono, Dee solenni degli sbucciafatiche. Esse le idee ci dànno, la dialettica, la ciurmeria, l'ingegno, la chiacchiera, il ghermire concetti, il dar nel segno!"
Socrate in Le nuvole di Aristofane
09 Settembre 2016 15:30 - 21:30
Calle di Mezzo, 30133 Venezia, Italia
Le Casette degli Orrori e delle Meraviglie: strane presenze si aggirano per il quartiere, portate da quattro artisti...
Fabiola Bazzo: Sono approdati in quartiere da mari esotici, ora si affacciano dalle finestre delle Casette: scheletri pirata, goffi pappagalli, camaleonti giganti, mostri eccezionali, portenti della fantasia.
Chiara Chimenti: Mostri umanizzati, animali e vegetali. Opere su carta e altri supporti realizzate con tecniche differenti.
Andrea Masciantonio: In un clima di crescente inquietudine sociale, emergono, quasi come conseguenza di un effetto a catena, paure, timori, allucinazioni che si alimentano e deflagrano anche nell'ambito strettamente personale della propria interiorità; della quale, come un estremo esorcismo, vengono aperte le finestre per consumare il rito della "liberazione".
Andrea Treu: I fantasmi sanno di essere fantasmi? Ancora, i fantasmi si riconoscono tra loro, o si vedono tutti come li vediamo noi, un lenzuolo bianco con i buchi per gli occhi? I fantasmi, in definitiva, hanno una personalità? Una serie di ritratti di fantasmi cerca una risposta a queste domande, per scoprire se qualcuno si cela sotto a quei lenzuoli.
Nell'ambito delle Casette degli orrori e delle meraviglie, venerdì 9 settembre si terrà il laboratorio Mostri o camaleonti in collaborazione con Anffas Venezia, mentre domenica 11 l'Associazione Choreusis proporrà Monstruosa Mirabilia, una performance e workshop aperto di danza profonda.
Fabiola Bazzo: Sono approdati in quartiere da mari esotici, ora si affacciano dalle finestre delle Casette: scheletri pirata, goffi pappagalli, camaleonti giganti, mostri eccezionali, portenti della fantasia.
Chiara Chimenti: Mostri umanizzati, animali e vegetali. Opere su carta e altri supporti realizzate con tecniche differenti.
Andrea Masciantonio: In un clima di crescente inquietudine sociale, emergono, quasi come conseguenza di un effetto a catena, paure, timori, allucinazioni che si alimentano e deflagrano anche nell'ambito strettamente personale della propria interiorità; della quale, come un estremo esorcismo, vengono aperte le finestre per consumare il rito della "liberazione".
Andrea Treu: I fantasmi sanno di essere fantasmi? Ancora, i fantasmi si riconoscono tra loro, o si vedono tutti come li vediamo noi, un lenzuolo bianco con i buchi per gli occhi? I fantasmi, in definitiva, hanno una personalità? Una serie di ritratti di fantasmi cerca una risposta a queste domande, per scoprire se qualcuno si cela sotto a quei lenzuoli.
Nell'ambito delle Casette degli orrori e delle meraviglie, venerdì 9 settembre si terrà il laboratorio Mostri o camaleonti in collaborazione con Anffas Venezia, mentre domenica 11 l'Associazione Choreusis proporrà Monstruosa Mirabilia, una performance e workshop aperto di danza profonda.
09 Settembre 2016 15:30 - 11 Settembre 2016 19:30
Calle di Mezzo, 30133 Venezia, Italia
Presentazione di una ricerca d’archivio e di memorie fotografiche/orali intorno al complesso edilizio delle “Casette” in Giudecca costruito nel 1941.
L’esposizione, che ha luogo nell’area verde del caseggiato, riflette due punti di vista, quello dei piani edilizi popolari adottati dal regime fascista e l’esperienza degli abitanti storici.
Iniziativa dell’ASC (Assemblea Sociale Casa)
A cura di Francesca Borghini, Enkelejd Doja, Tiziana Nuvoli
Testi di Tiziana Nuvoli
L’esposizione, che ha luogo nell’area verde del caseggiato, riflette due punti di vista, quello dei piani edilizi popolari adottati dal regime fascista e l’esperienza degli abitanti storici.
Iniziativa dell’ASC (Assemblea Sociale Casa)
A cura di Francesca Borghini, Enkelejd Doja, Tiziana Nuvoli
Testi di Tiziana Nuvoli
09 Settembre 2016 15:30 - 11 Settembre 2016 19:30
Corte Nova, 633 - 30133 Venezia, Italia
NATURA NATURANS
Retrospettiva
Una panoramica tra originali, riproduzioni e video dell'opera pittorico-calcografica di Nirjan, dai primi anni '90 ad oggi.
La mostra sarà allestita al piano terra dell'abitazione/studio dell'artista in Corte Nova 633.
Retrospettiva
Una panoramica tra originali, riproduzioni e video dell'opera pittorico-calcografica di Nirjan, dai primi anni '90 ad oggi.
La mostra sarà allestita al piano terra dell'abitazione/studio dell'artista in Corte Nova 633.
09 Settembre 2016 15:30 - 11 Settembre 2016 19:30
Fondamenta Sant'Eufemia, 673 - 30133 Venezia, Italia
Fondato da Arianna Angeloni e Teodora Malavenda, Maps è un magazine indipendente, online e cartaceo, con cadenza trimestrale, che si pone l’obiettivo di indagare l’area del Mediterraneo partendo dalla pubblicazione di progetti fotografici inediti.
Maps Magazine verrà presentato allo studio XFrame.
L'inaugurazione si terrà Venerdì 9 Settembre a partire dalle ore 18.00.
web: www.maps-magazine.com
facebook: www.facebook.com/MapsMediterraneoMagazine
instagram: www.instagram.com/maps_mediterraneo_magazine
Maps Magazine verrà presentato allo studio XFrame.
L'inaugurazione si terrà Venerdì 9 Settembre a partire dalle ore 18.00.
web: www.maps-magazine.com
facebook: www.facebook.com/MapsMediterraneoMagazine
instagram: www.instagram.com/maps_mediterraneo_magazine
09 Settembre 2016 15:30 - 11 Settembre 2016 19:30
Calle Accademia dei Nobili, 604/M, 30133 Venezia, Italy
"Vernice. L’estetica di pensieri alla deriva"
L'inaugurazione, l'opening o vernice è indubbiamente un momento importante. A volte sottovalutato. Ricco di senzazioni ed emozioni che si percepiscono a distanza. Energie liberate.
L'artista, sprigiona adrenalina e timore di non essere capito o apprezzato. Il curatore ostenta coraggio e sicurezza nella sua nuova proposta ma fievoli particelle cariche di ansia a volte si liberano all'interno dello spazio espositivo.
I pensieri, le emozioni e le energie di chi osserva, invece sono lasciate alla deriva. Libere di giudicare i nuovi approdi e l’operato di artisti e curatori, costretti a trattenere e mascherare ogni singola ansia in questo momento così importante.
Il visitatore al museo o alla galleria può lasciarsi trasportare dalla bellezza (o dalla bruttezza) dei nuovi approdi. Lasciato a se stesso e alla deriva sprigiona pensieri che lo rendono protagonista. Ancor più forse dell’opera messa a sentenza.
L'inaugurazione, l'opening o vernice è indubbiamente un momento importante. A volte sottovalutato. Ricco di senzazioni ed emozioni che si percepiscono a distanza. Energie liberate.
L'artista, sprigiona adrenalina e timore di non essere capito o apprezzato. Il curatore ostenta coraggio e sicurezza nella sua nuova proposta ma fievoli particelle cariche di ansia a volte si liberano all'interno dello spazio espositivo.
I pensieri, le emozioni e le energie di chi osserva, invece sono lasciate alla deriva. Libere di giudicare i nuovi approdi e l’operato di artisti e curatori, costretti a trattenere e mascherare ogni singola ansia in questo momento così importante.
Il visitatore al museo o alla galleria può lasciarsi trasportare dalla bellezza (o dalla bruttezza) dei nuovi approdi. Lasciato a se stesso e alla deriva sprigiona pensieri che lo rendono protagonista. Ancor più forse dell’opera messa a sentenza.
09 Settembre 2016 15:30 - 11 Settembre 2016 19:30
Calle Accademia dei Nobili, 604/M, 30133 Venezia, Italy
Nell'ambito della prima riapertura al pubblico dell'Area CVS, ex cantiere Lucchese, approdo di idee, sinergie, sogni e ricerca, oltre che di natanti, siamo in tanti ad essere felici di poter condividere con la comunità lo spazio recuperato dall'abbandono da volenterosi artigiani e professionisti.
E' così che lo considero, uno spazio riconnesso all'isola della Giudecca, un esempio di spazio privato - certo - ma che desidera aprirsi al pubblico. E così, anche a me è toccata la sorte di prendere parte a questa storia e qui ho avuto l'opportunità di far approdare il mio studio di ricerca e fotografia.
Sarò onorato di aprire lo studio, la camera oscura, condividere idee progetti ed esperienze con tutti coloro che vorranno essere miei ospiti, professionisti o semplici curiosi, convinto che proprio il confronto sia il motore primo per raggiungere sempre nuovi approdi.
Pagina Web
E' così che lo considero, uno spazio riconnesso all'isola della Giudecca, un esempio di spazio privato - certo - ma che desidera aprirsi al pubblico. E così, anche a me è toccata la sorte di prendere parte a questa storia e qui ho avuto l'opportunità di far approdare il mio studio di ricerca e fotografia.
Sarò onorato di aprire lo studio, la camera oscura, condividere idee progetti ed esperienze con tutti coloro che vorranno essere miei ospiti, professionisti o semplici curiosi, convinto che proprio il confronto sia il motore primo per raggiungere sempre nuovi approdi.
Pagina Web
09 Settembre 2016 15:30 - 11 Settembre 2016 19:30
Fondamenta Zitelle, 30133 Venezia, Italia
Nell’ambito del Festival delle Arti Giudecca Sacca Fisola, dal titolo “Derive e nuovi approdi” dal 9 all’11 settembre 2016, il Circolo Fotografico La Gondola presenta una mostra fotografica “open air”, tra la Fondamenta delle Zitelle, il CZ95 Centro Multimediale, il carcere e la fondamenta San Biagio intitolata Venezia, fino a quando?
La mappa dettagliata dei luoghi di intervento sarà disponibile agli info point di Zitelle, Palanca e al CZ95.
Fotografare Venezia è facile: il sublime affascina sempre il fotografo ed è la via più semplice per un’immagine accattivante. Ma difficile è, invece, grattare con le unghie la patina di bellezza di questa città e scoprire, lì sotto, il letamaio quotidiano che ci avvolge.
Ma adesso, questo Circolo intriso di vera venezianità, ha deciso di far assaporare a tutti il marcio che molta gente vede o, piuttosto, non vuole vedere, in nome del dio denaro.
E lo fa con una serie di fotografie di grandissimo formato, incollate sui muri scrostati dell’isola della Giudecca: grandi navi, orde barbariche, moto ondoso, sfruttamento del turismo di massa, improbabili maschere di carnevale, antiquate gondole di plastica, nuovi stratagemmi infinocchia-turisti; senza tralasciare ignominie amministrative ed uscite “culturali” figlie della vacuità personale. Così solo la fotografia riesce a testimoniare questo tristissimo momento storico, perpetuando nella memoria collettiva ed individuale la situazione di questa città diventata impossibile per (quasi) tutti.
I fotografi:
Antonio Baldi, Maurizio Braiato, Aldo Brandolisio, Ilaria Brandolisio, Carlo Chiapponi, Francesco Del Negro, Franco Furneri, Gianfranco Giantin, Maria Teresa Crisigiovanni, Matteo Miotto, Stefano Pandiani, David Salvadori, Andrea Sambo, Franco Semenzato, Enrico Sisti, Massimo Stefanutti, Maurizio Trifilidis, Fabrizio Uliana, Izabella Vegh, Emilio Zangiacomi Pompanin, Anna Zemella.
Cerimonia di apertura venerdì 9 settembre ore 18,30 presso il CZ95 Centro Multimediale alla Giudecca, con tour di presentazione.
Il Circolo Fotografico La Gondola, fondato sul finire del 1947, si caratterizzò per uno stile riconosciuto in Europa come “l’école de Venise” che mediava i fermenti dell’estetica neorealista con le opposizioni idealizzanti e conservatrici dei formalisti.
Tra i talenti nati nel Circolo ricordiamo alcuni professionisti, Paolo Monti, Gianni Berengo Gardin, Fulvio Roiter, Giuseppe “Bepi” Bruno, Elio Ciol e una schiera di impareggiabili amatori come Giorgio Giacobbi, Sergio Del Pero, Bruno Rosso, Ferruccio Ferroni, ecc.
Pur attraversando indubbi momenti di difficoltà, il Circolo si è mantenuto nei suoi sessantotto anni di vita vitale e attivo. Sono oltre centotrenta le mostre prodotte sino ad oggi, molte delle quali di grande valore, come le Biennali degli anni ’50 e ’60 e la più recente “Echi neorealisti nella fotografia italiana del dopoguerra” tenutasi a Palazzo Grimani nell'estate 2012.
Tra le realizzazioni editoriali, oltre ai cataloghi di tutte le mostre sociali, ricordiamo il volume “Fotografia a Venezia nel dopoguerra” a cura di Italo Zannier (Alinari, 2005), il CD Rom “Sessant'anni di scatto” patrocinato dalla Regione del Veneto e “L'Archivio Storico; attività e collezioni 1948-2010” a cura di Giulia Clera (Ed.LT2 2011).
Sul sito internet è possibile reperire la migliore produzione di ieri e di oggi nonché notizie storiche, biografie e profili critici dei principali autori.
Nei primi anni ’90 è stata avviata la creazione dell’Archivio Storico, collocato nelle sedi di Palazzo Fortuny e della Casa dei Tre Oci, che attualmente conta oltre ventimila stampe, molte delle quali realizzate dai più prestigiosi fotografi italiani dal dopoguerra ai giorni nostri; nel 2010 la Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico e Artistico e per il Polo Museale della Città di Venezia ha dichiarato di “eccezionale interesse” un nucleo di 5316 fotografie. L'Archivio ha anche un’esauriente sezione documentaria nonché una fornita biblioteca con rari volumi e riviste d’epoca.
I soci della Gondola si riuniscono ogni venerdì alle h. 21 presso il CZ95, il Centro Culturale della Giudecca-Zitelle all’anagrafico 95.
Web: www.cflagondola.it
Info: photoclubgondola@gmail.com
La mappa dettagliata dei luoghi di intervento sarà disponibile agli info point di Zitelle, Palanca e al CZ95.
Fotografare Venezia è facile: il sublime affascina sempre il fotografo ed è la via più semplice per un’immagine accattivante. Ma difficile è, invece, grattare con le unghie la patina di bellezza di questa città e scoprire, lì sotto, il letamaio quotidiano che ci avvolge.
Ma adesso, questo Circolo intriso di vera venezianità, ha deciso di far assaporare a tutti il marcio che molta gente vede o, piuttosto, non vuole vedere, in nome del dio denaro.
E lo fa con una serie di fotografie di grandissimo formato, incollate sui muri scrostati dell’isola della Giudecca: grandi navi, orde barbariche, moto ondoso, sfruttamento del turismo di massa, improbabili maschere di carnevale, antiquate gondole di plastica, nuovi stratagemmi infinocchia-turisti; senza tralasciare ignominie amministrative ed uscite “culturali” figlie della vacuità personale. Così solo la fotografia riesce a testimoniare questo tristissimo momento storico, perpetuando nella memoria collettiva ed individuale la situazione di questa città diventata impossibile per (quasi) tutti.
I fotografi:
Antonio Baldi, Maurizio Braiato, Aldo Brandolisio, Ilaria Brandolisio, Carlo Chiapponi, Francesco Del Negro, Franco Furneri, Gianfranco Giantin, Maria Teresa Crisigiovanni, Matteo Miotto, Stefano Pandiani, David Salvadori, Andrea Sambo, Franco Semenzato, Enrico Sisti, Massimo Stefanutti, Maurizio Trifilidis, Fabrizio Uliana, Izabella Vegh, Emilio Zangiacomi Pompanin, Anna Zemella.
Cerimonia di apertura venerdì 9 settembre ore 18,30 presso il CZ95 Centro Multimediale alla Giudecca, con tour di presentazione.
Il Circolo Fotografico La Gondola, fondato sul finire del 1947, si caratterizzò per uno stile riconosciuto in Europa come “l’école de Venise” che mediava i fermenti dell’estetica neorealista con le opposizioni idealizzanti e conservatrici dei formalisti.
Tra i talenti nati nel Circolo ricordiamo alcuni professionisti, Paolo Monti, Gianni Berengo Gardin, Fulvio Roiter, Giuseppe “Bepi” Bruno, Elio Ciol e una schiera di impareggiabili amatori come Giorgio Giacobbi, Sergio Del Pero, Bruno Rosso, Ferruccio Ferroni, ecc.
Pur attraversando indubbi momenti di difficoltà, il Circolo si è mantenuto nei suoi sessantotto anni di vita vitale e attivo. Sono oltre centotrenta le mostre prodotte sino ad oggi, molte delle quali di grande valore, come le Biennali degli anni ’50 e ’60 e la più recente “Echi neorealisti nella fotografia italiana del dopoguerra” tenutasi a Palazzo Grimani nell'estate 2012.
Tra le realizzazioni editoriali, oltre ai cataloghi di tutte le mostre sociali, ricordiamo il volume “Fotografia a Venezia nel dopoguerra” a cura di Italo Zannier (Alinari, 2005), il CD Rom “Sessant'anni di scatto” patrocinato dalla Regione del Veneto e “L'Archivio Storico; attività e collezioni 1948-2010” a cura di Giulia Clera (Ed.LT2 2011).
Sul sito internet è possibile reperire la migliore produzione di ieri e di oggi nonché notizie storiche, biografie e profili critici dei principali autori.
Nei primi anni ’90 è stata avviata la creazione dell’Archivio Storico, collocato nelle sedi di Palazzo Fortuny e della Casa dei Tre Oci, che attualmente conta oltre ventimila stampe, molte delle quali realizzate dai più prestigiosi fotografi italiani dal dopoguerra ai giorni nostri; nel 2010 la Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico e Artistico e per il Polo Museale della Città di Venezia ha dichiarato di “eccezionale interesse” un nucleo di 5316 fotografie. L'Archivio ha anche un’esauriente sezione documentaria nonché una fornita biblioteca con rari volumi e riviste d’epoca.
I soci della Gondola si riuniscono ogni venerdì alle h. 21 presso il CZ95, il Centro Culturale della Giudecca-Zitelle all’anagrafico 95.
Web: www.cflagondola.it
Info: photoclubgondola@gmail.com
09 Settembre 2016 15:30 - 10 Settembre 2016 19:00
Fondamenta Sant'Eufemia, 30133 Venezia, Italia
Laura Lo Verso è nata nel 1962 a Venezia, dove
vive e lavora. Nella sua città ha frequentato il Liceo
Artistico e, successivamente, si è trasferita a Milano
dove ha frequentato l’Istituto Europeo di Design.
Dopo una lunga esperienza nel campo dell’editoria e del design torna nella città natale per intraprendere una ricerca artistica legata al recupero del linguaggio classico. Nell’ ambito di questa scelta si pone tuttora con il suo lavoro, rivolto allo studio del paesaggio e della natura secondo il linguaggio degli antichi maestri veneti.
L’opera di Laura Lo Verso è esposta in permanenza presso Studio S.Eufemia di Venezia.
Lo Studio S. Eufemia, durante il Festival delle Arti, sarà visitabile venerdì e sabato dalle 10.30 alle 14.30 e dalle 15.30 alle 19.00. Chiuso la domenica.
Dopo una lunga esperienza nel campo dell’editoria e del design torna nella città natale per intraprendere una ricerca artistica legata al recupero del linguaggio classico. Nell’ ambito di questa scelta si pone tuttora con il suo lavoro, rivolto allo studio del paesaggio e della natura secondo il linguaggio degli antichi maestri veneti.
L’opera di Laura Lo Verso è esposta in permanenza presso Studio S.Eufemia di Venezia.
Lo Studio S. Eufemia, durante il Festival delle Arti, sarà visitabile venerdì e sabato dalle 10.30 alle 14.30 e dalle 15.30 alle 19.00. Chiuso la domenica.
09 Settembre 2016 15:30 - 10 Settembre 2016 19:00
Fondamenta Sant'Eufemia, 30133 Venezia, Italia
In queste fotografie Alessandro Trevisin indaga il tema dell'acqua e del suo movimento, un movimento imprevedibile e casuale, generatore di molteplici forme e composizioni.
L'acqua può portare alla deriva e a nuovi approdi, ci si può lasciar trasportare oppure sfruttarne la forza. E’ un elemento che rigenera e dà nuova vita, dona pace e tranquillità, al contempo può essere fonte di angoscia, paura e distruzione. Il suo essere vivo e mutevole accompagna da sempre la vita dell’uomo e molto spesso ne è fonte di ispirazione oltre che sostentamento, un elemento che nella sua contemplazione aiuta il libero fluire dei pensieri.
L'acqua è ciò che caratterizza Venezia che sull'acqua si specchia e attraverso essa si trasforma. Osservando questo elemento e le sue molteplici interazioni con agenti esterni quali il vento, le correnti, la luce artificiale, un sasso gettato, si possono scoprire molteplici universi, nuovi approdi della mente, riscoprendo l'intimo piacere di lasciarsi trasportare alla deriva dai pensieri.
Le fotografie dell'esposizione Forme d'acqua sono ottenute in camera, senza cioè alcun tipo di post produzione. Saranno visibili durante il Festival presso lo Studio S.Eufemia, aperto il venerdì e sabato dalle 10.30 alle 14.30 e dalle 15.30 alle 19.00. Chiuso la domenica.
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L'acqua può portare alla deriva e a nuovi approdi, ci si può lasciar trasportare oppure sfruttarne la forza. E’ un elemento che rigenera e dà nuova vita, dona pace e tranquillità, al contempo può essere fonte di angoscia, paura e distruzione. Il suo essere vivo e mutevole accompagna da sempre la vita dell’uomo e molto spesso ne è fonte di ispirazione oltre che sostentamento, un elemento che nella sua contemplazione aiuta il libero fluire dei pensieri.
L'acqua è ciò che caratterizza Venezia che sull'acqua si specchia e attraverso essa si trasforma. Osservando questo elemento e le sue molteplici interazioni con agenti esterni quali il vento, le correnti, la luce artificiale, un sasso gettato, si possono scoprire molteplici universi, nuovi approdi della mente, riscoprendo l'intimo piacere di lasciarsi trasportare alla deriva dai pensieri.
Le fotografie dell'esposizione Forme d'acqua sono ottenute in camera, senza cioè alcun tipo di post produzione. Saranno visibili durante il Festival presso lo Studio S.Eufemia, aperto il venerdì e sabato dalle 10.30 alle 14.30 e dalle 15.30 alle 19.00. Chiuso la domenica.
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09 Settembre 2016 15:30 - 11 Settembre 2016 19:30
Calle Cosmo, 30133 Venezia, Italia
Studi aperti degli artigiani del chiostro di SS. Cosma e Damiano:
Bluemoon, Itaca Art Studio, CartaVenezia, Aura Design, Murano Glass Fine Art.
Alcuni degli artigiani saranno a disposizione inoltre per mostrare le proprie tecniche di lavorazione durante i giorni del Festival.
www.muranoglassfineart.it
www.bluemoonvenice.com
www.itacaartstudio.com
www.cartavenezia.it
Bluemoon, Itaca Art Studio, CartaVenezia, Aura Design, Murano Glass Fine Art.
Alcuni degli artigiani saranno a disposizione inoltre per mostrare le proprie tecniche di lavorazione durante i giorni del Festival.
www.muranoglassfineart.it
www.bluemoonvenice.com
www.itacaartstudio.com
www.cartavenezia.it
09 Settembre 2016 15:30 - 11 Settembre 2016 19:30
Calle Accademia dei Nobili, 604/M, 30133 Venezia, Italy
“Lucchese” è un lavoro fotografico di Tomas Ewald del 2008, che esplora l’ex cantiere navale Lucchese della Giudecca.
Le fotografie sono state scattate con pellicola b/n Ilford HP 6 Plus. La stampa analogica e la finitura è stata effettuata presso Ugo Carmeni Studio, che ospita l’esposizione.
Le fotografie sono state scattate con pellicola b/n Ilford HP 6 Plus. La stampa analogica e la finitura è stata effettuata presso Ugo Carmeni Studio, che ospita l’esposizione.
09 Settembre 2016 15:30 - 11 Settembre 2016 19:30
Calle Accademia dei Nobili, 604/M, 30133 Venezia, Italy
Mostra di dipinti ad encausto ed altri materiali di Caterina Margherita nella Darsena CVS.
Questo ciclo di lavori dal titolo '66 racconta come l'acqua sia effettivamente colei che dà vita e delinei approdi e derive. Il soggetto è quindi l'acqua con i suoi argini mutevoli. Una riflessione sulla esondazione del '66, di cui quest'anno è il cinquantenario.
Una serie di paesaggi diversi, dominati dall'acqua che raccontano un avvenimento devastante per Venezia e non solo.
Durante i giorni del Festival sarà inoltre possibile visitare l'atelier dell'artista all'interno del CVS.
Negli anni mi sono interessata ai rapporti che legano l’uomo alla realtà fisica e alla percezione dello spazio a cui essa è legata, allo studio della composizione delle immagini visive e alle sue regole.
L’intento del mio lavoro è quello di amplificare l’esperienza dello spettatore nello spazio che lo accoglie, scatenare in esso reazioni spontanee e riflessioni razionali, attivando una partecipazione intellettiva ed emotiva su quanto lo circonda.
Le ultime installazioni sono realizzate con dipinti realizzati con la tecnica dell’encausto. L’encausto è una antica tecnica, che prevedeva la stesura di cera a caldo su affreschi allo scopo di vivacizzarne i colori e di proteggerli dagli agenti atmosferici. Nei miei lavori, a differenza del metodo antico, la cera viene stesa su dipinti realizzati su tela . La cera d’api, viene sostituita con una cera di ultima generazione, un materiale molto versatile che applicato con tecniche diverse, ad esempio per colata o a pennello, consente di raggiungere nei dipinti diverse profondità; una cera trasparente che permette di ottenere un’infinita paletta di colori e che strato dopo strato da vita a spessori e trasparenze.
Grazie a questa tecnica, nascono opere spontanee, che rispondono ad una ricerca estetica e di composizione sperimentale (ad es. Etna) e progetti più strutturati come installazioni, che prevedono in fase di progettazione un attento studio sull’ambiente che accoglie l’opera attraverso un’analisi degli elementi salienti che lo caratterizzano. Le installazioni ideate nel corso degli anni, tendono a rivelare attraverso le opere ciò che non appare, gli elementi salienti a volte nascosti che caratterizzano e fanno parte della natura dello spazio stesso.
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Questo ciclo di lavori dal titolo '66 racconta come l'acqua sia effettivamente colei che dà vita e delinei approdi e derive. Il soggetto è quindi l'acqua con i suoi argini mutevoli. Una riflessione sulla esondazione del '66, di cui quest'anno è il cinquantenario.
Una serie di paesaggi diversi, dominati dall'acqua che raccontano un avvenimento devastante per Venezia e non solo.
Durante i giorni del Festival sarà inoltre possibile visitare l'atelier dell'artista all'interno del CVS.
Negli anni mi sono interessata ai rapporti che legano l’uomo alla realtà fisica e alla percezione dello spazio a cui essa è legata, allo studio della composizione delle immagini visive e alle sue regole.
L’intento del mio lavoro è quello di amplificare l’esperienza dello spettatore nello spazio che lo accoglie, scatenare in esso reazioni spontanee e riflessioni razionali, attivando una partecipazione intellettiva ed emotiva su quanto lo circonda.
Le ultime installazioni sono realizzate con dipinti realizzati con la tecnica dell’encausto. L’encausto è una antica tecnica, che prevedeva la stesura di cera a caldo su affreschi allo scopo di vivacizzarne i colori e di proteggerli dagli agenti atmosferici. Nei miei lavori, a differenza del metodo antico, la cera viene stesa su dipinti realizzati su tela . La cera d’api, viene sostituita con una cera di ultima generazione, un materiale molto versatile che applicato con tecniche diverse, ad esempio per colata o a pennello, consente di raggiungere nei dipinti diverse profondità; una cera trasparente che permette di ottenere un’infinita paletta di colori e che strato dopo strato da vita a spessori e trasparenze.
Grazie a questa tecnica, nascono opere spontanee, che rispondono ad una ricerca estetica e di composizione sperimentale (ad es. Etna) e progetti più strutturati come installazioni, che prevedono in fase di progettazione un attento studio sull’ambiente che accoglie l’opera attraverso un’analisi degli elementi salienti che lo caratterizzano. Le installazioni ideate nel corso degli anni, tendono a rivelare attraverso le opere ciò che non appare, gli elementi salienti a volte nascosti che caratterizzano e fanno parte della natura dello spazio stesso.
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09 Settembre 2016 15:30 - 11 Settembre 2016 19:30
Calle Accademia dei Nobili, 604/M, 30133 Venezia, Italy
Docking'Off: "Bragadinando" è un'azione multimediale che inizia da una darsena abbandonata e si conclude in una darsena autorecuperata, passeggiando a pelo d'acqua, a bordo di natanti di vario genere, tra la Laguna e il Naviglio del Brenta, attraverso chiuse monumento, ponti di archeologia industriale e passerelle semi- moventi, raggiungendo il battello dei nostri sogni e del vostro immaginario!
Per il Festival delle Arti Giudecca e Sacca Fisola, verrà aperto l'atelier con disegni e schizzi dal vivo per il progetto "Bragadinando".
Nicola Lacchin (in arte NIK LUCKY) è nato a Venezia nel 1982, dove ha frequentato l'Istituto d'Arte. Si trasferisce poi a Londra dove segue corsi specifici per la grafica digitale entrando in contatto con realtà artistiche e culture multietniche che si traducono in modellazioni 2D con personaggi e costumi destinati a produzioni cinematografiche. È a Londra che si appassiona al design, dove unisce le nozioni classiche del disegno alla grafica digitale soprattutto all'ambito del concept art. Nel 2015 si trasferisce quindi a Singapore e frequenta la Feng Zhu School of Design e ottiene il Master Diploma in Concept Art e Industrial Design. Forte dell'esperienza acquisita e' rientrato a Venezia dove inizia a collaborare con vari team, per la realizzazione di Concept Art, per film ed illustrazioni in tutti gli ambiti del design digitale e del production painting.
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Per il Festival delle Arti Giudecca e Sacca Fisola, verrà aperto l'atelier con disegni e schizzi dal vivo per il progetto "Bragadinando".
Nicola Lacchin (in arte NIK LUCKY) è nato a Venezia nel 1982, dove ha frequentato l'Istituto d'Arte. Si trasferisce poi a Londra dove segue corsi specifici per la grafica digitale entrando in contatto con realtà artistiche e culture multietniche che si traducono in modellazioni 2D con personaggi e costumi destinati a produzioni cinematografiche. È a Londra che si appassiona al design, dove unisce le nozioni classiche del disegno alla grafica digitale soprattutto all'ambito del concept art. Nel 2015 si trasferisce quindi a Singapore e frequenta la Feng Zhu School of Design e ottiene il Master Diploma in Concept Art e Industrial Design. Forte dell'esperienza acquisita e' rientrato a Venezia dove inizia a collaborare con vari team, per la realizzazione di Concept Art, per film ed illustrazioni in tutti gli ambiti del design digitale e del production painting.
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09 Settembre 2016 15:30 - 11 Settembre 2016 19:30
Calle Spini, 30133 Venezia, Italia
Uno spettro, è qualcuno o qualcosa che si vede senza vedere o non si vede vedendolo, è una forma, una figura spettrale, che esita in modo indecidibile tra il visibile e l'invisibile.
J.DERRIDA
Le incisioni, i disegni e le sculture proposti si presentano come delle "cartes postales", manifestazioni di "supporti di resistenze", per un viaggio che muove dal "échec" della "nostalgia" e da cui emergono dei "revenants" : figure dell'impossissibilità di una fedele memoria per un evento mai pienamente vissuto e del suo pathos per un ricongiungimento sempre deposto e rinviato in un altrove che sopraggiunge.
Il calco, il solco, l'impressione, l'emersione, l'incisione, la sutura e il collage si presentano cosi come una "simbolica di una tecnica", come un "alfabeto procedurale e ritratto" per "echi paralleli", un "significante del produrre e dell' astrarre", rimandando al paradossale chiasmo tra positivo e negativo, presenza e assenza, visibile e invisibile.
J.DERRIDA
Le incisioni, i disegni e le sculture proposti si presentano come delle "cartes postales", manifestazioni di "supporti di resistenze", per un viaggio che muove dal "échec" della "nostalgia" e da cui emergono dei "revenants" : figure dell'impossissibilità di una fedele memoria per un evento mai pienamente vissuto e del suo pathos per un ricongiungimento sempre deposto e rinviato in un altrove che sopraggiunge.
Il calco, il solco, l'impressione, l'emersione, l'incisione, la sutura e il collage si presentano cosi come una "simbolica di una tecnica", come un "alfabeto procedurale e ritratto" per "echi paralleli", un "significante del produrre e dell' astrarre", rimandando al paradossale chiasmo tra positivo e negativo, presenza e assenza, visibile e invisibile.
09 Settembre 2016 15:30 - 11 Settembre 2016 19:30
Calle Spini, 30133 Venezia, Italia
Carte da gioco, disegnate in viaggio, per il viaggio.
09 Settembre 2016 15:30 - 11 Settembre 2016 19:30
Corte dei Cordami, 576/b - 30133 Venezia, Italia
Raccolta di 22 opere (acrilico su carta), che testimoniano i mali collegati all'acqua che affliggono il nostro mondo (Refugees/Lesbo, Haitian Boat People, Hurricane Katrina, No Grandi Navi e altre ancora).
Le sfumature preoccupanti e le tensioni tra ciò che viene notato in modo superficiale e ciò che rimane in memoria, producono un'arte dai contenuti sociali e politici espliciti.
Anche se le opere condannano unanimamente la violenza e la brutalità, esse rappresentano anche storie personali ed artistiche che complicano ed intensificano la questione, richiamandoci ad un nuovo modo di ascoltare e di osservare.
L'uso di colori intensi, motivi e ripetizioni assieme alla tristezza e alla desolazione dei soggetti creano una tensione palpabile, un viaggio tra speranza e disperazione.
Le sfumature preoccupanti e le tensioni tra ciò che viene notato in modo superficiale e ciò che rimane in memoria, producono un'arte dai contenuti sociali e politici espliciti.
Anche se le opere condannano unanimamente la violenza e la brutalità, esse rappresentano anche storie personali ed artistiche che complicano ed intensificano la questione, richiamandoci ad un nuovo modo di ascoltare e di osservare.
L'uso di colori intensi, motivi e ripetizioni assieme alla tristezza e alla desolazione dei soggetti creano una tensione palpabile, un viaggio tra speranza e disperazione.
09 Settembre 2016 15:30 - 11 Settembre 2016 19:30
Fondamenta Berlomoni, 30133 Venezia, Italia
BOAT
Cartografie
La nostra deriva è iniziata da tempo e l’approdo, per ora, è un futuro spazio per l'autoproduzione, la socialità e l'arte contemporanea nell'ex Mensa del cantiere navale Faldis. Per tutta la durata del festival BOAT propone tre diverse Cartografie di Giudecca.
Cartografia #1. Quello che c'è e quello che non c'è
All'esterno del cantiere una mappa dell'isola raccoglie Quello che c'è: bar, negozi, macellerie, gallerie d'arte, chiese, tabacchi, panifici, associazioni, spazi multifunzionali, ristoranti, hotel, scuole, teatro, locali in disuso, ecc. Accanto alla mappa un tavolo con fogli bianchi e penne per chiedere agli abitanti e ai partecipanti del festival di raccontare (con parole/disegni/schizzi/scarabocchi ecc.) quello che non c'è.
Cartografia #2. Amnesie urbane
Una barca del cantiere Faldis sarà messa a disposizione per visitare un'area abbandonata dell'isola della Giudecca.
Cartografia #3. Il camminare come strumento di critica urbana
I partecipanti di BOAT propongono una camminata per scoprire la capacità critico-immaginativa del "camminare a zonzo".
Cartografie
La nostra deriva è iniziata da tempo e l’approdo, per ora, è un futuro spazio per l'autoproduzione, la socialità e l'arte contemporanea nell'ex Mensa del cantiere navale Faldis. Per tutta la durata del festival BOAT propone tre diverse Cartografie di Giudecca.
Cartografia #1. Quello che c'è e quello che non c'è
All'esterno del cantiere una mappa dell'isola raccoglie Quello che c'è: bar, negozi, macellerie, gallerie d'arte, chiese, tabacchi, panifici, associazioni, spazi multifunzionali, ristoranti, hotel, scuole, teatro, locali in disuso, ecc. Accanto alla mappa un tavolo con fogli bianchi e penne per chiedere agli abitanti e ai partecipanti del festival di raccontare (con parole/disegni/schizzi/scarabocchi ecc.) quello che non c'è.
Cartografia #2. Amnesie urbane
Una barca del cantiere Faldis sarà messa a disposizione per visitare un'area abbandonata dell'isola della Giudecca.
Cartografia #3. Il camminare come strumento di critica urbana
I partecipanti di BOAT propongono una camminata per scoprire la capacità critico-immaginativa del "camminare a zonzo".
09 Settembre 2016 15:30 - 11 Settembre 2016 19:30
Fondamenta Ponte Piccolo, 30133 Venezia, Italia
Opere inedite (miniature tridimensionali) nella lavanderia self service in fondamenta del Ponte Piccolo. Le opere hanno come tema principale gli abiti, una in particolare è stata ispirata dal libro “Atlante degli abiti smessi” di Elvira Seminara.
L’esposizione continuerà con un’installazione esterna, frammentata lungo la fondamenta del Ponte Piccolo.
Abiti alla “deriva”, arrivano a nuovi “approdi”: gli abiti abbandonati, trovati nell’isola VERITAS zona Junghans, ricollocati in luogo pubblico rivivono come monumenti di esistenze passate, frammenti di vite, evocando la presenza assente delle persone che li hanno “abitati”. Chissà che qualche abitante della Giudecca si “riconosca” nel suo vecchio abito!
L’esposizione continuerà con un’installazione esterna, frammentata lungo la fondamenta del Ponte Piccolo.
Abiti alla “deriva”, arrivano a nuovi “approdi”: gli abiti abbandonati, trovati nell’isola VERITAS zona Junghans, ricollocati in luogo pubblico rivivono come monumenti di esistenze passate, frammenti di vite, evocando la presenza assente delle persone che li hanno “abitati”. Chissà che qualche abitante della Giudecca si “riconosca” nel suo vecchio abito!
09 Settembre 2016 15:30 - 11 Settembre 2016 19:30
Calle Stretta Ferrando, 30133 Venezia, Italy
"Se sveglia la memoria morde" è un progetto fotografico con scrittura creativa del gruppo Acqua alle rose e rifornimenti vari, sull'abbandono delle case di montagna nell'Appenino Tosco-Emiliano.
Il lavoro si basa su immagini realizzate con un drone abbinate a materiali di archivio. Tutto intrecciato da una scrittura creativa che con poche frasi ricorda le storie dimenticate della montagna.
Il lavoro si basa su immagini realizzate con un drone abbinate a materiali di archivio. Tutto intrecciato da una scrittura creativa che con poche frasi ricorda le storie dimenticate della montagna.
09 Settembre 2016 15:30 - 11 Settembre 2016 19:30
Fondamenta Ponte Piccolo, 30133 Venezia, Italy
Natasha Bitka propone all'attenzione del pubblico del Festival una nuova forma d'arte, la Balloon Art, opere realizzate con palloncini in continua trasformazione e movimento, che animeranno in maniera inconsueta la fondamenta del Ponte Piccolo.
09 Settembre 2016 15:30 - 11 Settembre 2016 19:30
Fondamenta Berlomoni, 30133 Venezia, Italia
Il Collettivo Barnum è composto da tredici giovani artisti: tredici diverse sensibilità e personalità.
Il gruppo nasce dall’esperienza comune della formazione accademica e dalla coesistenza nello stesso atelier. La forza del collettivo sta nella diversità che contraddistingue ogni elemento del gruppo, diversità che diventa così opportunità di arricchimento.
Barnum si propone di presentare l’esperienza artistica contemporanea in una chiave di lettura autentica e originale. Il nome evoca un’atmosfera circense e giocosa che contraddistingue il clima del gruppo e l’approccio di esso verso l’arte, senza però tralasciare una necessità introspettiva. Barnum si identifica nelle personalità del circo, che unendosi e creando un nucleo, sono libere di esprimere e scoprire sé stesse.
Gli artisti: Laura Allegro, Martina Camani, Luca Forestan, Giorgia Furlan detto Martin, Maddalena Granziera, Alessio Guarda, Stefan Milosavljevic, Alex Ortiga, Fabio Ranzolin, Gianna Rubini, Giulia Vecchiato, Karin Zrinjski
ENTROPIA La mostra si propone come indagine sul concetto di entropia, teoria scientifica che si estende poi ad altri ambiti. Il Collettivo Barnum intende affrontare la tematica proponendone una visione in chiave artistica contemporanea.
In meccanica statistica l’entropia è una grandezza che viene interpretata come una misura del disordine presente in un sistema fisico qualsiasi, incluso, come caso limite, l’universo. Prendendo come punto di partenza il significato scientifico ed etimologico del termine - dal greco antico en, “dentro” e tropé, “trasformazione” - ogni elemento di Barnum ha fatto proprio questo concetto sviluppandone una personale rielaborazione e proponendo un’opera inedita.
L’esposizione comprende lavori che spaziano dalla pittura all’installazione, alla fotografia.
(Immagine di Fabio Ranzolin)
https://collettivobarnum.com/
Il gruppo nasce dall’esperienza comune della formazione accademica e dalla coesistenza nello stesso atelier. La forza del collettivo sta nella diversità che contraddistingue ogni elemento del gruppo, diversità che diventa così opportunità di arricchimento.
Barnum si propone di presentare l’esperienza artistica contemporanea in una chiave di lettura autentica e originale. Il nome evoca un’atmosfera circense e giocosa che contraddistingue il clima del gruppo e l’approccio di esso verso l’arte, senza però tralasciare una necessità introspettiva. Barnum si identifica nelle personalità del circo, che unendosi e creando un nucleo, sono libere di esprimere e scoprire sé stesse.
Gli artisti: Laura Allegro, Martina Camani, Luca Forestan, Giorgia Furlan detto Martin, Maddalena Granziera, Alessio Guarda, Stefan Milosavljevic, Alex Ortiga, Fabio Ranzolin, Gianna Rubini, Giulia Vecchiato, Karin Zrinjski
ENTROPIA La mostra si propone come indagine sul concetto di entropia, teoria scientifica che si estende poi ad altri ambiti. Il Collettivo Barnum intende affrontare la tematica proponendone una visione in chiave artistica contemporanea.
In meccanica statistica l’entropia è una grandezza che viene interpretata come una misura del disordine presente in un sistema fisico qualsiasi, incluso, come caso limite, l’universo. Prendendo come punto di partenza il significato scientifico ed etimologico del termine - dal greco antico en, “dentro” e tropé, “trasformazione” - ogni elemento di Barnum ha fatto proprio questo concetto sviluppandone una personale rielaborazione e proponendo un’opera inedita.
L’esposizione comprende lavori che spaziano dalla pittura all’installazione, alla fotografia.
(Immagine di Fabio Ranzolin)
https://collettivobarnum.com/
09 Settembre 2016 15:30 - 11 Settembre 2016 19:30
Calle Scuola, 30133 Venezia, Italia
Il concorso per l'immagine del Festival delle Arti Giudecca e Sacca Fisola era rivolto per l'edizione 2016 agli studenti delle classi 3N, 4M, 4N del Liceo Artistico Guggenheim a indirizzo grafico.
Una collaborazione che ha visto gli studenti interpretare il tema di quest'anno, Derive e nuovi approdi, con risultati sorprendenti.
Una giuria, composta da alcuni docenti del Liceo, alcuni degli organizzatori del Festival ed una grafica professionista, ha alla fine decretato vincitrice del concorso la proposta di Lisa Verde.
In mostra tutti gli elaborati degli alunni che hanno partecipato.
Una collaborazione che ha visto gli studenti interpretare il tema di quest'anno, Derive e nuovi approdi, con risultati sorprendenti.
Una giuria, composta da alcuni docenti del Liceo, alcuni degli organizzatori del Festival ed una grafica professionista, ha alla fine decretato vincitrice del concorso la proposta di Lisa Verde.
In mostra tutti gli elaborati degli alunni che hanno partecipato.
09 Settembre 2016 15:30 - 11 Settembre 2016 19:30
Fondamenta del Ponte Longo, 235/A - Giudecca 30133 Venezia VE, Italia
Cecilia Lorenzetti è studentessa in nuove tecnologie per l'arte all'Accademia di Belle Arti di Venezia.
MilkShake è un progetto che ruota attorno all'idea di errore e di come esso possa creare un momento di riconfigurazione mentale. Si compone di un installazione interattiva, una stuatua e due poster.
Evento fb
MilkShake è un progetto che ruota attorno all'idea di errore e di come esso possa creare un momento di riconfigurazione mentale. Si compone di un installazione interattiva, una stuatua e due poster.
Evento fb
09 Settembre 2016 15:30 - 11 Settembre 2016 19:30
Fondamenta del Ponte Longo, 235/A - Giudecca 30133 Venezia VE, Italia
tailor-made graves | opere di stella(Stefania Gagliano)
Derive e nuovi approdi è innanzitutto lo smarrimento della pittura, oserei dire del fare artistico in generale. E’ raggiungere ogni volta un nuovo minuscolo traguardo per poi vederlo sgretolarsi sotto ai nostri occhi dal nostro assolutamente necessario sguardo critico. E’ fare un passo ed ogni volta ritornare indietro, per poter guardare bene la sua orma, comprenderlo e tentare disperatamente di farne seguire uno successivo. Fare e decostruire, tela dopo tela.
Queste due opere sono i miei più recenti approdi, di conseguenza le mie attuali derive. Fanno parte di un ciclo al quale sto lavorando da un paio di anni ormai e che non ho mai mostrato nella sua interezza.
Sperando di riuscire a disfarli per costruire ancora e ancora e ancora.
E poi deriva è il mare. E’ quell’elemento che ti permette di fluttuare, galleggiare e viaggiare, persino stando fermo. E il mare per me è libertà. Assoluta, estrema, felice, che non è scontato. Ma c’è un inghippo. Come si fa a viaggiare stando fermi? Com’è possibile che il moto scaturito come volontà divenga inevitabile destino di un corpo in stasi eppure in movimento poiché trasportato da una massa fluida? Questo non è ciò che vuole il mare. Lui che è vivo in ogni suo respiro e che non tace mai. Lui non vuole corpi galleggianti. Eppure questo accade. Ed è l’essere umano a farlo accadere.
E così tante volte il mare, che è vita, diviene tomba. Da sempre e per sempre questa immensa massa di indefinibili colori e voce instancabile diviene bara per un’infinità di corpi galleggianti e in un corteo funebre che non riesce ad essere silenzioso se li porta con sé. Tanti cadaveri immersi nella vita stessa. Approdati all’ultima dimora.
Pagina Web
Derive e nuovi approdi è innanzitutto lo smarrimento della pittura, oserei dire del fare artistico in generale. E’ raggiungere ogni volta un nuovo minuscolo traguardo per poi vederlo sgretolarsi sotto ai nostri occhi dal nostro assolutamente necessario sguardo critico. E’ fare un passo ed ogni volta ritornare indietro, per poter guardare bene la sua orma, comprenderlo e tentare disperatamente di farne seguire uno successivo. Fare e decostruire, tela dopo tela.
Queste due opere sono i miei più recenti approdi, di conseguenza le mie attuali derive. Fanno parte di un ciclo al quale sto lavorando da un paio di anni ormai e che non ho mai mostrato nella sua interezza.
Sperando di riuscire a disfarli per costruire ancora e ancora e ancora.
E poi deriva è il mare. E’ quell’elemento che ti permette di fluttuare, galleggiare e viaggiare, persino stando fermo. E il mare per me è libertà. Assoluta, estrema, felice, che non è scontato. Ma c’è un inghippo. Come si fa a viaggiare stando fermi? Com’è possibile che il moto scaturito come volontà divenga inevitabile destino di un corpo in stasi eppure in movimento poiché trasportato da una massa fluida? Questo non è ciò che vuole il mare. Lui che è vivo in ogni suo respiro e che non tace mai. Lui non vuole corpi galleggianti. Eppure questo accade. Ed è l’essere umano a farlo accadere.
E così tante volte il mare, che è vita, diviene tomba. Da sempre e per sempre questa immensa massa di indefinibili colori e voce instancabile diviene bara per un’infinità di corpi galleggianti e in un corteo funebre che non riesce ad essere silenzioso se li porta con sé. Tanti cadaveri immersi nella vita stessa. Approdati all’ultima dimora.
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09 Settembre 2016 15:30 - 11 Settembre 2016 19:30
Fondamenta del Ponte Longo, 235/A - Giudecca 30133 Venezia VE, Italia
"Soggetto Nomade"
Fotografie istantanee di Giulia Barsuola
Sei trittici di fotografie istantanee scattate con una Polaroid One600 tra l’Agosto 2015 e il Luglio 2016. L’inizio e la fine è la stessa città: Berlino. Come la Venezia di Marco Polo ne Le Città Invisibili di Italo Calvino.
L’esistenza in movimento è l’unica forma di vita che riesco a immaginare: cambiare spesso ambientazione, casa, strade, ufficio, profumi, suoni, architetture. Cambiare le abitudini, le ossessioni, il bar dove fanno il tuo caffè preferito, il posto dove andare la domenica pomeriggio a camminare, le strade da percorrere per tornare a casa, il cinema alternativo della città, la bici, gli amici, l’indirizzo mail universitario, i professori, la biblioteca, il tuo ristorante preferito dove portare chi ti viene a trovare dall’Italia, la tua libreria preferita, il modo in cui pronunciano il tuo nome.
Imparare a capire che nulla di questo è perso: ogni volta che cambi orizzonte, porti con te tutto quello che hai incontrato nel cammino. Un modo per vivere tante vite in questa sola vita che ci è concessa. Un’unica regola: non fermarsi.
Il Soggetto Nomade di Rosi Braidotti.
Ho 24 anni e negli ultimi tre anni ho vissuto in due continenti, tre nazioni, quattro case e frequentato quattro università diverse. Associo il nome “casa” a tanti luoghi, ma il primo che mi viene in mente è sempre Via Archirola, dove vivo con la mia compagna, la nostra gatta, le nostre due coniglie e i nostri libri.
"Ritratti di Persone Invisibili.
Fotografie ritrovate dal Flohmarkt am Mauerpark, Berlin"
Domenica 3 Luglio 2016: atterro a Berlino e decido di andare al mercato delle pulci al Mauerpark nelle tre ore che mi separano dal treno per Lipsia.
Un banco vende centinaia di oggetti usati d’epoca. Anche passaporti della DDR. In alcuni scatoloni per terra sono gettate decine di foto d’epoca, ingiallite e col tipico buonissimo profumo di tutte le cose vecchie. Mi siedo accanto agli scatoloni e seleziono 30 foto. Mi fanno un prezzo di favore.
Metto via il mio bottino, attenta a non rovinarle.
Sul treno per Lipsia, riguardo le foto scelte e penso a tutte quelle che sono rimaste negli scatoloni. Chi le prenderà? E soprattutto, chi le ha scattate? E chi le vende, come le ha avute? Ripenso ai volti delle foto che ho lasciato negli scatoloni: mi mettevano tristezza, per questo ho preso soprattutto foto di paesaggi e corpi, non volti.
Ritratti di persone invisibili, come in Paul Auster.
Sul treno per Lipsia, decido di esporre 19 di queste foto alla Giudecca. Anche se non le ho scattate io. Anche se non so se chi le ha scattate sarebbe d’accordo. Tuttavia, un pensiero mi rassicura: sono troppo belle per rimanere nascoste nel mio armadio.
Fotografie istantanee di Giulia Barsuola
Sei trittici di fotografie istantanee scattate con una Polaroid One600 tra l’Agosto 2015 e il Luglio 2016. L’inizio e la fine è la stessa città: Berlino. Come la Venezia di Marco Polo ne Le Città Invisibili di Italo Calvino.
L’esistenza in movimento è l’unica forma di vita che riesco a immaginare: cambiare spesso ambientazione, casa, strade, ufficio, profumi, suoni, architetture. Cambiare le abitudini, le ossessioni, il bar dove fanno il tuo caffè preferito, il posto dove andare la domenica pomeriggio a camminare, le strade da percorrere per tornare a casa, il cinema alternativo della città, la bici, gli amici, l’indirizzo mail universitario, i professori, la biblioteca, il tuo ristorante preferito dove portare chi ti viene a trovare dall’Italia, la tua libreria preferita, il modo in cui pronunciano il tuo nome.
Imparare a capire che nulla di questo è perso: ogni volta che cambi orizzonte, porti con te tutto quello che hai incontrato nel cammino. Un modo per vivere tante vite in questa sola vita che ci è concessa. Un’unica regola: non fermarsi.
Il Soggetto Nomade di Rosi Braidotti.
Ho 24 anni e negli ultimi tre anni ho vissuto in due continenti, tre nazioni, quattro case e frequentato quattro università diverse. Associo il nome “casa” a tanti luoghi, ma il primo che mi viene in mente è sempre Via Archirola, dove vivo con la mia compagna, la nostra gatta, le nostre due coniglie e i nostri libri.
"Ritratti di Persone Invisibili.
Fotografie ritrovate dal Flohmarkt am Mauerpark, Berlin"
Domenica 3 Luglio 2016: atterro a Berlino e decido di andare al mercato delle pulci al Mauerpark nelle tre ore che mi separano dal treno per Lipsia.
Un banco vende centinaia di oggetti usati d’epoca. Anche passaporti della DDR. In alcuni scatoloni per terra sono gettate decine di foto d’epoca, ingiallite e col tipico buonissimo profumo di tutte le cose vecchie. Mi siedo accanto agli scatoloni e seleziono 30 foto. Mi fanno un prezzo di favore.
Metto via il mio bottino, attenta a non rovinarle.
Sul treno per Lipsia, riguardo le foto scelte e penso a tutte quelle che sono rimaste negli scatoloni. Chi le prenderà? E soprattutto, chi le ha scattate? E chi le vende, come le ha avute? Ripenso ai volti delle foto che ho lasciato negli scatoloni: mi mettevano tristezza, per questo ho preso soprattutto foto di paesaggi e corpi, non volti.
Ritratti di persone invisibili, come in Paul Auster.
Sul treno per Lipsia, decido di esporre 19 di queste foto alla Giudecca. Anche se non le ho scattate io. Anche se non so se chi le ha scattate sarebbe d’accordo. Tuttavia, un pensiero mi rassicura: sono troppo belle per rimanere nascoste nel mio armadio.
09 Settembre 2016 15:30 - 11 Settembre 2016 19:30
Calle della Croce 95, Giudecca 30133 Venezia VE, Italia
Profughi a Giare
Fotoserie di Alain Rivière
giugno 2016
La serie di foto "Profughi a Giare" è nata dall'incontro con il regista Pravas che mi ha invitato a fotografare un'ora di laboratorio teatrale organizzato per giovani africani in un ostello a Giare. Questi profughi aspettano, alcuni da molto tempo, di ottenere un permesso di soggiorno. La casa, abbastanza isolata, si trova davanti a dei grandi campi prossimi alla laguna, nella zona della strada detta „la Romea“, che va da Venezia a Chioggia, in Veneto.
Una decina di profughi hanno partecipato a questo laboratorio. Ho provato durante l'ora a tratteggiare nel contempo ritratti personali e relazioni fra i participanti create dalle proposte di Pravas. Tali proposte sono state concepite attorno al simbolo dell'albero, rappresentato concretamente da un grande ramo. L'albero come mezzo per rievocare il proprio paese di origine e come punto di riferimento per uno scambio collettivo: un'idea molto ricca che ha condotto a diversi momenti di rara bellezza e che vorrei restituire attraverso le immagini.
Spero che queste fotografie siano anche un messaggio che parli di quanta vita si può incontrare in questi luoghi di attesa.
Pagina Web
Fotoserie di Alain Rivière
giugno 2016
La serie di foto "Profughi a Giare" è nata dall'incontro con il regista Pravas che mi ha invitato a fotografare un'ora di laboratorio teatrale organizzato per giovani africani in un ostello a Giare. Questi profughi aspettano, alcuni da molto tempo, di ottenere un permesso di soggiorno. La casa, abbastanza isolata, si trova davanti a dei grandi campi prossimi alla laguna, nella zona della strada detta „la Romea“, che va da Venezia a Chioggia, in Veneto.
Una decina di profughi hanno partecipato a questo laboratorio. Ho provato durante l'ora a tratteggiare nel contempo ritratti personali e relazioni fra i participanti create dalle proposte di Pravas. Tali proposte sono state concepite attorno al simbolo dell'albero, rappresentato concretamente da un grande ramo. L'albero come mezzo per rievocare il proprio paese di origine e come punto di riferimento per uno scambio collettivo: un'idea molto ricca che ha condotto a diversi momenti di rara bellezza e che vorrei restituire attraverso le immagini.
Spero che queste fotografie siano anche un messaggio che parli di quanta vita si può incontrare in questi luoghi di attesa.
Pagina Web
09 Settembre 2016 15:30 - 11 Settembre 2016 19:30
Fondamenta S. Giacomo, 30133 Venezia, Italy
Dis/Oriental è una proposta di lettura di immagini relative a Istanbul e alla Turchia che vanno oltre lo stereotipo esotico collettivo, realizzate nel corso degli ultimi anni.
Alle icone esotiche, anche ironiche, si contrappone e confronta uno sguardo attuale proprio per stimolare nello spettatore una riflessione su una città mito, oggi definita anche ekumenopolis.
Particolari delle mura bizantine di Istanbul per l’installazione GIRILMEZ (Vietato entrare), sulla questione dell’identità tra Europa e Turchia per l’ingresso della Turchia nella UE.
“La Turchia è sempre stato un paese tormentato, domande sull’identità quali ‘Siamo orientali? Siamo occidentali? quali sono le nostre radici?’ ce le siamo sempre poste. Noi ci troviamo, geograficamente e culturalmente, al tempo stesso a est e a ovest, e quelli che oggi chiamiamo problemi d’identità erano sempre emersi fra i turchi, nella politica, nella cultura turca, tutto si basa sulla retorica dell’identità”. Orhan Pamuk
Eugenio Novajra espone in Fondamenta San Giacomo, davanti all'ex-CNOMV.
Pagina Web
Alle icone esotiche, anche ironiche, si contrappone e confronta uno sguardo attuale proprio per stimolare nello spettatore una riflessione su una città mito, oggi definita anche ekumenopolis.
Particolari delle mura bizantine di Istanbul per l’installazione GIRILMEZ (Vietato entrare), sulla questione dell’identità tra Europa e Turchia per l’ingresso della Turchia nella UE.
“La Turchia è sempre stato un paese tormentato, domande sull’identità quali ‘Siamo orientali? Siamo occidentali? quali sono le nostre radici?’ ce le siamo sempre poste. Noi ci troviamo, geograficamente e culturalmente, al tempo stesso a est e a ovest, e quelli che oggi chiamiamo problemi d’identità erano sempre emersi fra i turchi, nella politica, nella cultura turca, tutto si basa sulla retorica dell’identità”. Orhan Pamuk
Eugenio Novajra espone in Fondamenta San Giacomo, davanti all'ex-CNOMV.
Pagina Web
09 Settembre 2016 15:30 - 11 Settembre 2016 12:00
Fondamenta Fianco Ponte Lungo, 30133 Venezia, Italia
"Approdo a Poveglia, la riscoperta dell'isola di tutti"
In uno dei luoghi più caratteristici e vitali della Giudecca - la sede della remiera "Cannottieri Giudecca"- vi aspetta un ricco programma a cura dell'Associazione Poveglia - Poveglia per tutti.
All'interno della sede saranno esposti per tutta la durata del festival gli acquerelli originali di Carla Bagno, la nostra amata pittrice veneziana e attivista povegliana. Soggetto di queste sue illustrazioni saranno immancabilmente l’isola e alcuni episodi dell’avventura dell’Associazione.
Carla Bagno vive e lavora a Venezia, ha frequentato i corsi di disegno e pittura tenuti da Maria Teresa Sartori, Franco S. Bianchi, prof. Maurizio Favaretto e Gianni D’Este Widmann.
Dipinge con tecnica ad olio, acrilico e tempera. Adora fissare con schizzi veloci ad inchiostro, penna e acquerello quello che vede sul suo taccuino da viaggio. Ha ottenuto numerosi premi e riconoscimenti, espone in modo permanente presso la Galleria Francoise Calcagno Art Studio di Venezia con il gruppo Boiler.
All'Approdo a Poveglia troverete inoltre video, foto, progetti dedicati e raccolti su Poveglia a cura del gruppo “Poveglia in città”.
Sabato 10 settembre, dalle 18.00 alle 23.00, vi aspetta un ricco programma musicale e conviviale con la splendida vista sulla laguna sud: dalla musica d'autore di Giuseppe Vio, al gruppo emergente MDM con la presentazione del loro cd "Venezia accanto". Infine balli al ritmo di rumba andalusa e flamenco gitano con gli Yerbagüena.
In uno dei luoghi più caratteristici e vitali della Giudecca - la sede della remiera "Cannottieri Giudecca"- vi aspetta un ricco programma a cura dell'Associazione Poveglia - Poveglia per tutti.
All'interno della sede saranno esposti per tutta la durata del festival gli acquerelli originali di Carla Bagno, la nostra amata pittrice veneziana e attivista povegliana. Soggetto di queste sue illustrazioni saranno immancabilmente l’isola e alcuni episodi dell’avventura dell’Associazione.
Carla Bagno vive e lavora a Venezia, ha frequentato i corsi di disegno e pittura tenuti da Maria Teresa Sartori, Franco S. Bianchi, prof. Maurizio Favaretto e Gianni D’Este Widmann.
Dipinge con tecnica ad olio, acrilico e tempera. Adora fissare con schizzi veloci ad inchiostro, penna e acquerello quello che vede sul suo taccuino da viaggio. Ha ottenuto numerosi premi e riconoscimenti, espone in modo permanente presso la Galleria Francoise Calcagno Art Studio di Venezia con il gruppo Boiler.
All'Approdo a Poveglia troverete inoltre video, foto, progetti dedicati e raccolti su Poveglia a cura del gruppo “Poveglia in città”.
Sabato 10 settembre, dalle 18.00 alle 23.00, vi aspetta un ricco programma musicale e conviviale con la splendida vista sulla laguna sud: dalla musica d'autore di Giuseppe Vio, al gruppo emergente MDM con la presentazione del loro cd "Venezia accanto". Infine balli al ritmo di rumba andalusa e flamenco gitano con gli Yerbagüena.
09 Settembre 2016 15:30 - 11 Settembre 2016 12:00
Fondamenta Fianco Ponte Lungo, 30133 Venezia, Italia
Erika Rombolotto pressenta uno sviluppo dell'esposizione fotografica dell'anno scorso sulla magia del bosco storico di Mestre, trasformando le fotografie in quadri e scegliendo come soggetto anche il verde al di là del confine italiano, come continuum di una Natura magica che non conosce barriere e come "nuovi approdi" necessari all'essere umano per sopravvivere alle "derive" dei nostri giorni.
09 Settembre 2016 15:30 - 11 Settembre 2016 19:30
Fondamenta San Giacomo, 212, 30133 Venezia, Italia
Mostra fotografica Emergency: nessuno escluso.
con le foto di Simone Cerio sul Programma Italia di Emergency
IN FONDAMENTA SAN GIACOMO, DAVANTI ALLA SEDE DI EMERGENCY, GIUDECCA
con le foto di Simone Cerio sul Programma Italia di Emergency
IN FONDAMENTA SAN GIACOMO, DAVANTI ALLA SEDE DI EMERGENCY, GIUDECCA
09 Settembre 2016 15:30 - 11 Settembre 2016 19:30
Calle San Giacomo, 860, 30133 Venezia, Italia
Studio Giudecca 860 - Studi aperti con la presentazione di nuove opere sul tema dei migranti: Stati d'animo di Nicola Golea e Ambulanti di Serena Nono.
Aperto dalle 15,30 alle 19,30 nei giorni del Festival.
Aperto dalle 15,30 alle 19,30 nei giorni del Festival.
09 Settembre 2016 15:30 - 11 Settembre 2016 19:30
Fondamenta San Giacomo, 201, 30133 Venezia, Italia
“Derive e nuovi approdi: un percorso dal degrado urbano alla riqualificazione ambientale”
I fotografi di Laguna photografica accettano la sfida di interpretare il tema proposto dal Festival delle arti 2016, cercando di portare il visitatore attraverso un (libero) percorso di avvicinamento a quello che l’associazione culturale persegue sin dalla sua [recente] nascita (2012): l’osservazione e la ripresa della Natura nelle sue molteplici e sorprendenti forme.
Il percorso comincia con la rappresentazione e interpretazione di situazioni legate all’ambiente urbano, caotico e degradato, che pian piano approda verso luoghi più a contatto con l’ambiente naturale, per arrivare (e concludere) alla visione di alcuni momenti espressivi di soggetti ravvicinati, ripresi con l’occhio (e l’obiettivo) del fotografo naturalista.
Filo conduttore sarà Venezia e l’ambiente lagunare, ma non mancheranno luoghi e situazioni riprese anche in altri contesti. Il visitatore potrà così immedesimarsi nella ricerca di un nuovo orizzonte, come il naufrago che [alla deriva] è costantemente alla ricerca di un nuovo e agognato approdo…
Espongono:
Luigino Busatto – Gianni Comin – Roberto Gottipavero – Marco Missiaja – Diego Riccato – Massimo Scalabrin – Raffaele Tomasella
Esposizione presso la sala del Patronato della Chiesa del SS. Redentore, al civico 201 con i seguenti orari:
Venerdì 9: 15.30-19.30
Sabato 10: 10.30-13.00/15.30-19.30
Domenica 11: 10.30-13.00/15.30-18.30
I fotografi di Laguna photografica accettano la sfida di interpretare il tema proposto dal Festival delle arti 2016, cercando di portare il visitatore attraverso un (libero) percorso di avvicinamento a quello che l’associazione culturale persegue sin dalla sua [recente] nascita (2012): l’osservazione e la ripresa della Natura nelle sue molteplici e sorprendenti forme.
Il percorso comincia con la rappresentazione e interpretazione di situazioni legate all’ambiente urbano, caotico e degradato, che pian piano approda verso luoghi più a contatto con l’ambiente naturale, per arrivare (e concludere) alla visione di alcuni momenti espressivi di soggetti ravvicinati, ripresi con l’occhio (e l’obiettivo) del fotografo naturalista.
Filo conduttore sarà Venezia e l’ambiente lagunare, ma non mancheranno luoghi e situazioni riprese anche in altri contesti. Il visitatore potrà così immedesimarsi nella ricerca di un nuovo orizzonte, come il naufrago che [alla deriva] è costantemente alla ricerca di un nuovo e agognato approdo…
Espongono:
Luigino Busatto – Gianni Comin – Roberto Gottipavero – Marco Missiaja – Diego Riccato – Massimo Scalabrin – Raffaele Tomasella
Esposizione presso la sala del Patronato della Chiesa del SS. Redentore, al civico 201 con i seguenti orari:
Venerdì 9: 15.30-19.30
Sabato 10: 10.30-13.00/15.30-19.30
Domenica 11: 10.30-13.00/15.30-18.30
09 Settembre 2016 15:30 - 11 Settembre 2016 19:30
Calle della Croce 95, Giudecca 30133 Venezia VE, Italia
In mostra gli elaborati del Laboratorio E dell'ANFFAS, quest'anno dal titolo Alberi, fiori e frutti.
09 Settembre 2016 15:30 - 11 Settembre 2016 19:30
Calle della Croce 95, Giudecca 30133 Venezia VE, Italia
Esposizione dei lavori del corso di acquarello "In punta di pennello - la poesia della pittura nella tecnica dell'acquerello"
che si è svolto quest'anno nella saletta ex anagrafe del Centro
culturale delle Zitelle tenuto da Fiorella Carchidi e a cura dell'Associazione Libri Lib(e)ri.
09 Settembre 2016 15:30 - 11 Settembre 2016 19:30
Calle della Croce 95, Giudecca 30133 Venezia VE, Italia
Ritratti di Venezia di Toni Gnan.
Il ritratto di una persona cara, di un amico, anche il nostro ritratto di quando si era più giovani, ci porta, con il pensiero, a ritroso nel tempo. Rivediamo momenti della nostra vita come scene di un film riprese in tempi diversi. Un "mi ricordo" nostalgico che riempie per qualche istante la nostra mente.
Ad un luogo, ad un paesaggio, si fa la fotografia, non il ritratto, ma ad una città come Veneia, ancora negli anni '80, quando ho iniziato la mia attività fotografica, ho voluto fare non fotografie ma secondo me dei ritratti dei suoi luoghi più conosciuti e di aspetti meno noti ma che sorprendono piacevolmente per la loro poesie e per le emozioni che destano.
Per me, che a Venezia ci sono nato e ci ho vissuto fino all'età giovanile, queste immagini hanno un significato perticolare e rivedo appunto come in diversi ritratti il volto di una città a me cara, oggi tanto diversa da come io l'ho conosciuta. Venezia sente il peso del tempo e dei consumi che la rendono troppo fragile, quasi non riconoscibilie.
Ed è per questo che la voglio ricordare com'era guardando i suoi ritratti, come se fossero di amici importanti.
Pagina Web
Il ritratto di una persona cara, di un amico, anche il nostro ritratto di quando si era più giovani, ci porta, con il pensiero, a ritroso nel tempo. Rivediamo momenti della nostra vita come scene di un film riprese in tempi diversi. Un "mi ricordo" nostalgico che riempie per qualche istante la nostra mente.
Ad un luogo, ad un paesaggio, si fa la fotografia, non il ritratto, ma ad una città come Veneia, ancora negli anni '80, quando ho iniziato la mia attività fotografica, ho voluto fare non fotografie ma secondo me dei ritratti dei suoi luoghi più conosciuti e di aspetti meno noti ma che sorprendono piacevolmente per la loro poesie e per le emozioni che destano.
Per me, che a Venezia ci sono nato e ci ho vissuto fino all'età giovanile, queste immagini hanno un significato perticolare e rivedo appunto come in diversi ritratti il volto di una città a me cara, oggi tanto diversa da come io l'ho conosciuta. Venezia sente il peso del tempo e dei consumi che la rendono troppo fragile, quasi non riconoscibilie.
Ed è per questo che la voglio ricordare com'era guardando i suoi ritratti, come se fossero di amici importanti.
Pagina Web
09 Settembre 2016 15:30 - 11 Settembre 2016 19:30
Calle della Croce 95, Giudecca 30133 Venezia VE, Italia
Da tempo creo bigiotteria di perline e oggetti vari, tra cui swarowski, vorrei proporre le mie creazioni in pubblico.
09 Settembre 2016 16:00 - 11 Settembre 2016 19:30
Calle Spini, 432 - Giudecca 30133 Venezia, Italia
La pittura di Livia Berecz è ricerca di nuove forme, uscire dal classico perimetro quadrato. Abbattere la rigidità con curve e forme morbide, reinventare gli spazi attraverso nuovi schemi compositivi uniti alla forza del colore.
09 Settembre 2016 16:00 - 11 Settembre 2016 19:30
Calle Spini, 432 - Giudecca 30133 Venezia, Italia
Davide Bondanelli nasce ad Argenta (Ferrara) nel 1978, consegue il diploma di laurea in pittura all'Accademia d'Arte di Ravenna nel 2003; da allora ha partecipato a numerose mostre personali e collettive.
Per il Festival delle Arti espone un grande dittico materico intitolato Fragili approdi e altre opere al Circolo Renato Nardi.
Per il Festival delle Arti espone un grande dittico materico intitolato Fragili approdi e altre opere al Circolo Renato Nardi.
09 Settembre 2016 16:30 - 11 Settembre 2016 20:00
Fondamenta San Biagio 795, Giudecca 30133 Venezia, Italia
SCORRE - FOTOGRAFIE DI ALBERT GIRALT DUARJA
Lo scorrere dell'acqua, delle stagioni e dei ricordi...
Lo scorrere dell'acqua, delle stagioni e dei ricordi...
09 Settembre 2016 16:30 - 11 Settembre 2016 20:00
Fondamenta San Biagio 795, Giudecca 30133 Venezia, Italia
MAGIE LEGGERE DELLA FATA TURCHINA - INSTALLAZIONE DI MARCELLE OTTIER
Oggetti naufragati e ritrovati, piccoli miracoli quotidiani.
Cerca la Fata in galleria
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09 Settembre 2016 16:30 - 11 Settembre 2016 20:00
Fondamenta San Biagio 795, Giudecca 30133 Venezia, Italia
ONEDAYINVENEZIA.COM CONCORSO FOTOGRAFICO PER NON PROFESSIONISTI - Scadenza 24 Settembre!
Sono esposti alcuni dei lavori partecipanti al Concorso OneDayInVenezia.com riservato a fotografi non professionisti. Il tema è Venezia - Iscrizioni e regolamento su www.onedayinvenezia.com/it/
Sono esposti alcuni dei lavori partecipanti al Concorso OneDayInVenezia.com riservato a fotografi non professionisti. Il tema è Venezia - Iscrizioni e regolamento su www.onedayinvenezia.com/it/
09 Settembre 2016 16:30 - 11 Settembre 2016 20:00
Fondamenta San Biagio 795, Giudecca 30133 Venezia, Italia
L’Associazione Culturale Progetto 7LUNE nasce a Venezia il 7 giugno 2014 con l’intenzione di diffondere la poesia e la cultura Ispanoamericana. Tra le varie azioni intraprese per farlo, gestiamo mostre itineranti di vari elaborati artistici. Dopo aver presentato al FESTIVAL DELLE ARTI GIUDECCA SACCA FISOLA 2015 le nostre 127 cartoline di Arte Postale a tema immigrazione, quest'anno proponiamo le MATRIARCAS.
Si tratta di 46 matrioske in legno della grandezza di 13 cm circa , ognuna formata da 7 pezzi che rappresentano le donne latinoamericane con vestiti tipici, differente aspetto nel colore della pelle, capelli, occhi, diversa caratterizzazione di tratti somatici, etnia, età e adorni. Sono state realizzate a mano da 47 diverse artiste provenienti da 8 differenti paesi dell’America di lingua spagnola e rappresentano le varie etnie di donne presenti nel continente americano, terra di forti immigrazioni e perciò risultano così essere un sunto di tutte le donne del mondo.
La scelta di utilizzare la matrioska, giocattolo tradizionale russo, come veicolo di una riflessione sulla sorellanza e la solidarietà tra donne, è nata proprio per la struttura della bambola: ogni matrioska grande ne contiene un’altra più piccola che a sua volta si apre perché ne custodisce un’altra e così via ad indicare come ogni donna può essere rifugio e custode della sorella in difficoltà.
Le splendide MATRIARCAS, così chiamate proprio per sottolineare la forza e la dignità che le contraddistinguono, passano dall’essere dei semplici giocattoli ad essere portatrici di un messaggio di autoconoscenza, sorellanza e vicinanza sociale-familiare-universale. Ogni artista ha interpretato personalmente la realizzazione della sua matrioska seguendo tre principali filoni: la rappresentazione di 7 diversi strati del sé (a tappe temporali rappresentando se stesse da anziane, da adulte, ragazze, bambine ecc. oppure a stratificazioni dall’esteriorità al nucleo ovverosia rappresentando la maschera che si vede all’esterno fino poi ad arrivare all’essenza vera, il nucleo indivisibile, la bambolina più piccola, che non si apre più), la rappresentazione del legame familiare (la bambola più grande come nonna, poi la madre, le sorelle, fino ad arrivare ai figli o agli immaginati nipoti) o più in generale la raffigurazione dell’appartenenza a un genere, quello femminile, identificato da attiviste, artiste, personaggi storici o famosi, che secondo le nostre pittrici ben rappresentano la femminilità nelle loro rispettive nazioni.
Queste MATRIARCAS hanno poi un dono speciale: conservano nel loro centro delle parole poetiche, dei versi, che una volta schiuse si possono vedere. Tutte assieme, e mescolate a formare delle matrioske bolivariane, formano frasi inattese e sorprendenti.
Possediamo un tesoro inestimabile di raffigurazioni femminili coraggiose, uniche ed altamente simboliche e speriamo di poterle far "approdare" a nuovi porti, consapevoli che le "derive" di questo progetto saranno gli incontri, i contatti, le ibridazioni: un concetto che nasce in Russia, che viene esportato in America Latina, che viaggia fino a Venezia da vari paesi: 46 bellissime matriarcas, come affascinanti marinai, sbarcano in laguna alla ricerca di sguardi e fortuna: non sono Penelopi in attesa, sono piuttosto dei valorosi Ulisse in gonnella, che in ogni porto fanno sbarcare la loro cultura con l'insaziabile proposito di diffondere conoscenza.
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Si tratta di 46 matrioske in legno della grandezza di 13 cm circa , ognuna formata da 7 pezzi che rappresentano le donne latinoamericane con vestiti tipici, differente aspetto nel colore della pelle, capelli, occhi, diversa caratterizzazione di tratti somatici, etnia, età e adorni. Sono state realizzate a mano da 47 diverse artiste provenienti da 8 differenti paesi dell’America di lingua spagnola e rappresentano le varie etnie di donne presenti nel continente americano, terra di forti immigrazioni e perciò risultano così essere un sunto di tutte le donne del mondo.
La scelta di utilizzare la matrioska, giocattolo tradizionale russo, come veicolo di una riflessione sulla sorellanza e la solidarietà tra donne, è nata proprio per la struttura della bambola: ogni matrioska grande ne contiene un’altra più piccola che a sua volta si apre perché ne custodisce un’altra e così via ad indicare come ogni donna può essere rifugio e custode della sorella in difficoltà.
Le splendide MATRIARCAS, così chiamate proprio per sottolineare la forza e la dignità che le contraddistinguono, passano dall’essere dei semplici giocattoli ad essere portatrici di un messaggio di autoconoscenza, sorellanza e vicinanza sociale-familiare-universale. Ogni artista ha interpretato personalmente la realizzazione della sua matrioska seguendo tre principali filoni: la rappresentazione di 7 diversi strati del sé (a tappe temporali rappresentando se stesse da anziane, da adulte, ragazze, bambine ecc. oppure a stratificazioni dall’esteriorità al nucleo ovverosia rappresentando la maschera che si vede all’esterno fino poi ad arrivare all’essenza vera, il nucleo indivisibile, la bambolina più piccola, che non si apre più), la rappresentazione del legame familiare (la bambola più grande come nonna, poi la madre, le sorelle, fino ad arrivare ai figli o agli immaginati nipoti) o più in generale la raffigurazione dell’appartenenza a un genere, quello femminile, identificato da attiviste, artiste, personaggi storici o famosi, che secondo le nostre pittrici ben rappresentano la femminilità nelle loro rispettive nazioni.
Queste MATRIARCAS hanno poi un dono speciale: conservano nel loro centro delle parole poetiche, dei versi, che una volta schiuse si possono vedere. Tutte assieme, e mescolate a formare delle matrioske bolivariane, formano frasi inattese e sorprendenti.
Possediamo un tesoro inestimabile di raffigurazioni femminili coraggiose, uniche ed altamente simboliche e speriamo di poterle far "approdare" a nuovi porti, consapevoli che le "derive" di questo progetto saranno gli incontri, i contatti, le ibridazioni: un concetto che nasce in Russia, che viene esportato in America Latina, che viaggia fino a Venezia da vari paesi: 46 bellissime matriarcas, come affascinanti marinai, sbarcano in laguna alla ricerca di sguardi e fortuna: non sono Penelopi in attesa, sono piuttosto dei valorosi Ulisse in gonnella, che in ogni porto fanno sbarcare la loro cultura con l'insaziabile proposito di diffondere conoscenza.
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10 Settembre 2016 15:30 - 11 Settembre 2016 19:30
Calle Cosmo, 30133 Venezia, Italia
Opere e studi aperti degli Atelier Bevilacqua La Masa.
Gli artisti in residenza: Ana Blagojevic, Claire Bosi, Lucia Del Zotto, Melania Fusco, Caterina Gabelli, Gosia Jagiello, Alberto Luparelli, Gioele Peressini, Nuvola Ravera, gaetano olmo stuppia, Francesco Zanatta, Michelangelo Zoppini.
Gli studi saranno visitabili sabato 10 e domenica 11 settembre.
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Il programma di residenze per artisti della Fondazione BLM è tra i più antichi in Europa ed ha origine nel 1898 con la nascita dell'istituzione stessa: fu infatti la sua fondatrice, la duchessa Felicita Bevilacqua La Masa, a disporre che la propria residenza privata, il Palazzo Ca' Pesaro sul Canal Grande, fosse destinata alla promozione dell'arte dei giovani artisti a Venezia. La donazione aveva lo scopo di agevolare l'ingresso al circuito artistico per i giovani creativi, ai quali spesso veniva interdetta la partecipazione alle grandi mostre. Proprio per questa ragione la Fondazione nacque nel 1908 con una struttura che permetteva non solo di esporre al grande pubblico nelle sale di Ca' Pesaro, ma si offriva anche come importante vetrina per la vendita delle opere e come luogo di residenza e di studio per gli artisti. Per volontà della duchessa, infatti, il piano nobile e gli ammezzati vennero destinati all'attività espositiva, mentre il terzo piano fu destinato alla collocazione di quattordici studi/residenze gratuite per gli artisti.
Attualmente, mentre per varie vicissitudini storico-artistiche non è più Ca' Pesaro ad ospitare la sede della Fondazione, la BLM mantiene quasi inalterata l'originaria missione di promozione dei giovani artisti: gli Atelier si trovano oggi nelle prestigiose sedi di Palazzo Carminati a San Stae e nel complesso dei Santi Cosma e Damiano nell'Isola della Giudecca.
Ogni anno la Fondazione assegna tramite un bando di concorso dodici studi d'artista, cinque in Giudecca e sette nella sede di Palazzo Carminati, che possono essere impiegati, per dodici mesi, da giovani talentuosi come atelier personali; questi spazi diventano allora luoghi di sperimentazione creativa, di contaminazione artistica e intellettuale, di confronto diretto con colleghi e con la critica del settore. Ciò avviene attraverso l'organizzazione di visite di curatori e operatori del settore provenienti da Istituzioni internazionale di arte contemporanea, quali ad esempio la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo e la Fondazione Spinola Banna per l'Arte di Torino, Viafarini / Docva di Milano, la Dena Foundation di Parigi, il Gasworks di Londra, Stazione Rogers di Trieste, il centro Platform Garanti di Istanbul, Fondazione Antonio Ratti di Como, Fondazione March di Padova, De Apple Arts Centre di Amsterdam. Almeno due volte nel loro anno di lavoro presso gli studi, inoltre, gli artisti hanno la possibilità di presentare le proprie ricerche e le proprie modalità di lavoro al pubblico generale, in occasione degli Open Studios & ArtistsTalk.
Gli artisti in residenza: Ana Blagojevic, Claire Bosi, Lucia Del Zotto, Melania Fusco, Caterina Gabelli, Gosia Jagiello, Alberto Luparelli, Gioele Peressini, Nuvola Ravera, gaetano olmo stuppia, Francesco Zanatta, Michelangelo Zoppini.
Gli studi saranno visitabili sabato 10 e domenica 11 settembre.
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Il programma di residenze per artisti della Fondazione BLM è tra i più antichi in Europa ed ha origine nel 1898 con la nascita dell'istituzione stessa: fu infatti la sua fondatrice, la duchessa Felicita Bevilacqua La Masa, a disporre che la propria residenza privata, il Palazzo Ca' Pesaro sul Canal Grande, fosse destinata alla promozione dell'arte dei giovani artisti a Venezia. La donazione aveva lo scopo di agevolare l'ingresso al circuito artistico per i giovani creativi, ai quali spesso veniva interdetta la partecipazione alle grandi mostre. Proprio per questa ragione la Fondazione nacque nel 1908 con una struttura che permetteva non solo di esporre al grande pubblico nelle sale di Ca' Pesaro, ma si offriva anche come importante vetrina per la vendita delle opere e come luogo di residenza e di studio per gli artisti. Per volontà della duchessa, infatti, il piano nobile e gli ammezzati vennero destinati all'attività espositiva, mentre il terzo piano fu destinato alla collocazione di quattordici studi/residenze gratuite per gli artisti.
Attualmente, mentre per varie vicissitudini storico-artistiche non è più Ca' Pesaro ad ospitare la sede della Fondazione, la BLM mantiene quasi inalterata l'originaria missione di promozione dei giovani artisti: gli Atelier si trovano oggi nelle prestigiose sedi di Palazzo Carminati a San Stae e nel complesso dei Santi Cosma e Damiano nell'Isola della Giudecca.
Ogni anno la Fondazione assegna tramite un bando di concorso dodici studi d'artista, cinque in Giudecca e sette nella sede di Palazzo Carminati, che possono essere impiegati, per dodici mesi, da giovani talentuosi come atelier personali; questi spazi diventano allora luoghi di sperimentazione creativa, di contaminazione artistica e intellettuale, di confronto diretto con colleghi e con la critica del settore. Ciò avviene attraverso l'organizzazione di visite di curatori e operatori del settore provenienti da Istituzioni internazionale di arte contemporanea, quali ad esempio la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo e la Fondazione Spinola Banna per l'Arte di Torino, Viafarini / Docva di Milano, la Dena Foundation di Parigi, il Gasworks di Londra, Stazione Rogers di Trieste, il centro Platform Garanti di Istanbul, Fondazione Antonio Ratti di Como, Fondazione March di Padova, De Apple Arts Centre di Amsterdam. Almeno due volte nel loro anno di lavoro presso gli studi, inoltre, gli artisti hanno la possibilità di presentare le proprie ricerche e le proprie modalità di lavoro al pubblico generale, in occasione degli Open Studios & ArtistsTalk.