Eventi @ EMERGENCY ONG ONLUS
09 Settembre 2023 18:00
Fondamenta San Giacomo, 212, 30133 Venezia, Italia
Proiezione del film SVENTURA di Serena Nono.
interpreti: Nicola Golea, David Riondino, Domenico Palazzo, Giovanni Benzoni, Roxana Kenjeeva, Nuria Schoenberg.
Regia e montaggio: Serena Nono.
Jaffier, il capo dei congiurati che voleva conquistare Venezia nel 1618, dopo aver fallito l’impresa vive su un’isola da eremita, dovendo affrontare ogni giorno la propria sconfitta.
Il film è stato girato per la maggior parte sull'isola di Poveglia durante la pandemia, con la collaborazione dell'Associazione Poveglia per tutti.
È stato presentato in anteprima al Trieste Film Festival nel Gennaio 2023.
09 Settembre 2023 11:00
Fondamenta San Giacomo, 212, 30133 Venezia, Italia
In occasione della mostra La doppia assenza. Riverberi artistici ed effetti a lungo raggio dell'arte in esilio, sabato 9 settembre alle 11.00 si terrà un laboratorio per bambini e ragazzi sull’inclusione sociale, rivolto ad alunni della scuola primaria e secondaria di primo grado.
Un viaggio appassionante lungo la rotta dei minori stranieri non accompagnati afghani, alla scoperta delle ricchezze e tradizioni della terra d'origine, della storia del popolo hazara e della rete transnazionale di migrazione.
Il laboratorio è tratto dal libro Il viaggio di Zaher. Percorso interculturale di cittadinanza e solidarietà di G. Fioretti, F. Grisot e G. Viale, edizioni la meridiana, 2020.
Ingresso libero con prenotazione.Contatti: infovenice@emergency.it 041877931
08 Settembre 2023 11:00 - 09 Settembre 2023 19:00
Fondamenta S. Giacomo 212
L’esposizione ospita 9 artiste individuali e un collettivo di donne provenienti da Albania, Afghanistan, Iran, Marocco, Brasile, Ucraina, Russia, Tunisia, Nigeria, Cuba, Italia. A due anni dall’ascesa dei talebani in Afghanistan, a un anno dallo scoppio delle rivolte in Iran e nel pieno della guerra in Ucraina, le 9 artiste con le loro opere riscrivono la narrativa della migrazione nelle società di accoglienza e al contempo incidono sull’immaginario femminile nelle società d’origine. La persona migrante vive una “doppia assenza” perché “fuori luogo” a cavallo tra due realtà, quella di origine e quella di arrivo ed è in questa terra di mezzo che sorge il fil rouge di questa mostra, in cui la doppia assenza è tutt’altro che sinonimo di resa e rassegnazione. L’arte diviene strumento attraverso cui riappropriarsi degli spazi negati e dare una nuova narrazione con cui leggere la condizione di donna. Le opere in mostra evidenziano come la potenza del ricordo, dell’esilio, del dolore e della perdita si traducano in risposte altrettanto potenti. Le protagoniste di “doppia assenza” sono artiste provenienti da diversi paesi, la maggior parte delle quali sono emigrate dal paese d’origine alla ricerca di migliori condizioni di vita e di libertà. Nelle loro narrazioni i fili della memoria della terra natia si intrecciano a elementi nuovi, tecnologie ipermoderne e inediti punti d’osservazione. Nella parete principale dell’area espositiva, saranno esposti in anteprima i risultati di un progetto di auto-imprenditorialità e self-branding per l'empowerment femminile "Born to Blossom" sviluppato dalla associazione A2030 Social Innovation Designers per il centro Oltre le Nuvole e la Casa Famiglia San Pio X, grazie al supporto della Fondazione The Human Safety Net e del premio Social Start, promosso da Banca della Marca Credito Cooperativo. Visita il sito http://a2030odv.com/la-doppia-assenza/
08 Settembre 2023 11:00 - 30 Settembre 2023 17:00
Fondamenta San Giacomo, 212, 30133 Venezia, Italia
"La mia opera d'arte è una rappresentazione della casa di mia nonna, che lei e la sua famiglia dovettero lasciare alle spalle quando iniziò la guerra Iran-Iraq. Mia madre non ha mai avuto una foto per ricordare la sua casa d'infanzia e mi ha chiesto più volte di crearne una versione digitale. Di conseguenza, ho immaginato e realizzato questo scorcio di un luogo in cui non sono mai stata, ma di cui ho sentito molte bellissime storie. Oltre alla narrazione personale, "Da qualche parte dove non sono mai stata" si pone come una potente testimonianza della resilienza dello spirito umano. Ci ricorda che anche quando le circostanze ci costringono a lasciare luoghi fisici alle spalle, i ricordi che portiamo nel cuore possono offrire conforto e forza di fronte alle avversità. Attraverso la mia arte, trasmetto un potente messaggio sull'impatto della guerra e dello sfollamento sulle famiglie e le comunità. La perdita di una casa amata diventa una metafora per le conseguenze più ampie dei conflitti e sottolinea l'importanza della pace e della comprensione nella società. Quest'opera d'arte si pone come voce per coloro che hanno affrontato sfide simili, promuovendo empatia e compassione."
Khatereh Safajoo, scenografa e l’artista multimediale, pratica nei campi dell'arte dell'installazione e dell'arte 3D. È nata e cresciuta a Teheran, dove ha iniziato i suoi studi artistici. Ha conseguito la sua prima laurea in Teatro presso l'Università d'arte di Teheran nel 2016. Ha proseguito i suoi studi con una seconda laurea in Scenografia per il Teatro e ha completato la sua Laurea specialistica in Scenografia per il Cinema e la Televisione nel luglio 2022, entrambe presso l'Accademia Albertina di Belle Arti di Torino. Si concentra sull'astrazione e sulla reimmaginazione di ambienti e spazi mentre sperimenta e cerca di evocare i ricordi e le emozioni della sua infanzia da giorni nostalgici del passato con la sua arte.
Il suo percorso artistico si concentra sulla ricreazione dei ricordi d'infanzia e sulla cattura dell'impatto della situazione politica iraniana su di lei. Le sue opere riflettono spesso momenti in cui affronta il contrasto tra la sua innocenza infantile e il sapore amaro della realtà. L'opera è parte della mostra “La doppia assenza. Riverberi artistici ed effetti a lungo raggio dell’arte in esilio” promossa da “A2030. Social Innovation Designers”, curata da Francesca Grisot PhD ed ospitata da Emergency dall'8 al 30 settembre dal mercoledí al sabato dalle 11:00 alle 17:00.
Durante il Festival sarà visitabile venerdí 8 e sabato 9 dalle 11:00 alle 19:00.
08 Settembre 2023 11:00 - 30 Settembre 2023 17:00
Fondamenta San Giacomo, 212, 30133 Venezia, Italia
“Born to Blossom” è il titolo di un progetto dedicato all’empowerment femminile attraverso lo sviluppo di un personal branding e uno storytelling individuali e collettivi. Quando l’intelligenza collettiva e l’intelligenza artificiale interagiscono, i risultati possono essere davvero stupefacenti. Metti un’antropologa, un’ingegnera informatica, una counselor, una designer, una psicologa, un collettivo di donne e mamme di ogni paese che condividono la quotidianità in una comunità mamma-bambino. Da questo gruppo di donne straordinarie, dalla collazione delle loro etnografie raccolte dall’antropologa delle migrazioni Francesca Grisot PhD, col supporto poi dell'artista ucraina Tetyana Erhart, dell’informatica afghana Parvin Yavari e dell’AI, abbiamo creato lo storytelling e le prime immagini di un brand che abbiamo chiamato “Bianca Lovet. Radici di futuro”. Le fasi successive del progetto, attualmente in corso, prevedono lo sviluppo dell'idea imprenditoriale, lo sviluppo grafico del brand e del piano di comunicazione, con l'artista marocchina Salma Hilmi, lo sviluppo di un primo campionario prototipo con la fashion designer Kobra Ahmadi. Il progetto si è qualificato terzo al bando "Social Start", annualmente promosso dalla Cassa di Credito Cooperativo Banca della Marca a sostegno del Terzo Settore.
Il workshop, Il processo creativo del workshop “Born to Blossom” parte da una metodologia di lavoro con i gruppi basata su design thinking e giochi collaborativi, collezionando le raccolte etnografiche che ne emergono. La raccolta delle dichiarazioni dei partecipanti al workshop é infatti una fase fondamentale a partire dalla quale abbiamo chiesto all’intelligenza artificiale di elaborare delle immagini iconiche e fortemente evocative. “Bianca Lovet” è quindi un brand che raccoglie molteplici frammenti di identità, fluide e migranti, del collettivo di donne partecipanti al workshop. Il nome stesso è un sincretismo che ci rappresenta. Una delle fasi del laboratorio chiedeva: "Descriviti in 3 passaggi": “Dimmi di te una cosa colorata", “Dimmi di te una cosa lontana”, “Dimmi di te una cosa mágica”. Tra i colori narrati: il cobalto, la paprica, lo zenzero, la cúrcuma e i loro fiori, che riportano ad aromi, spezie, esperienze di mondi lontani, dall’Asia all’Africa al Sud America. Cosa abbiamo registrato attraverso i nostri sensi nel nostro vissuto e cosa rimane e viene scambiato nella memoria-identità collettiva. Una delle tappe dei workshop ha visto le protagoniste accompagnate dallo staff di progetto in visita alla mostra permanente "A world of potential", allestita presso la Casa di The Human Safety Net. La mostra è concepita come una progressione di esperienze che portano i visitatori a scoprire il proprio potenziale partendo da valori come creatività, curiorità, empatia, speranza.
Le opere esposte sono parte della mostra “La doppia assenza. Riverberi artistici ed effetti a lungo raggio dell’arte in esilio” promossa da “A2030. Social Innovation Designers”, curata da Francesca Grisot PhD ed ospitata da Emergency, visitabile dall'8 al 30 settembre dal mercoledí al sabato dalle 11:00 alle 17:00.
Durante il Festival sarà visitabile venerdí 8 e sabato 9 dalle 11:00 alle 19:00.
08 Settembre 2023 11:00 - 30 Settembre 2023 17:00
Fondamenta San Giacomo, 212, 30133 Venezia, Italia
"Quasi-mano". "La Quasi-Mano appartiene ad un quasi-uomo. Ambienti aridi di sentimenti, poco accoglienti, relazioni stereotipate, rischiano di rinsecchire parti di sé. Fare i conti con una Quasi-mano è fare i conti con un Quasi-uomo. Bisogna essere in grado di vedere le sue dita mancanti per andare oltre al suo aspetto scomodo. Per vedere nella sua mano aperta e tesa, la sua vera richiesta di aiuto. Nel momento in cui la vita ti costringe a tacciare e potare i sentimenti che fanno di te un “uomo”, rischi di vedere come possibili vie espressive solo rabbia e la violenza; o come alternativa farti succube e dipendente dagli altri. Appare difficile o impossibile prendere la vita a piene mani. Ma le parti di sé si possono recuperare, ritrovando il cotone adatto. Quasi-mano era una maglietta, me la ricordo, non so di che colore fosse in origine, ma un lavaggio sbagliato di mio padre le ha donato il colore definitivo. Poi si è strappata; impossibile e inutile ripararla, è diventata gomitolo rosa, per anni nel cassetto dei gomitoli. Poi è arrivato nelle mie mani dandomi la possibilità di rendere la mia idea realtà."
Emanuela Pamio, nata a Venezia, in esilio dall'ordinario, da spazio e. tempo. dall'ostilità, è counselor sistemico-relazionale e creatrice di "Sculture di filo Cuore e mente indissolubilmente". Si occupa dell'area perinatale, familiare e di plusdotazione. Impara a lavorare all’ uncinetto da autodidatta, intorno all’ età di 20 anni, basandosi su enciclopedie che trattano lavori manuali. Non ama lavori classici lunghi e ripetitivi, ma si apre a diverse sperimentazioni. Non ha mai imparato a leggere gli schemi , ma del resto, amando lavorare ovunque si trovi e in qualunque buco di tempo abbia, non riuscirebbe neanche a seguirli.
L'opera è parte della mostra “La doppia assenza. Riverberi artistici ed effetti a lungo raggio dell’arte in esilio” promossa da “A2030. Social Innovation Designers”, curata da Francesca Grisot PhD ed ospitata da Emergency, visitabile dall'8 al 30 settembre dal mercoledí al sabato dalle 11:00 alle 17:00.
Durante il Festival sarà visitabile venerdí 8 e sabato 9 dalle 11:00 alle 19:00.
08 Settembre 2023 11:00 - 30 Settembre 2023 17:00
Fondamenta San Giacomo, 212, 30133 Venezia, Italia
L’artista-grafica Salma Hilmi ci presenta due diversi studi che promuovono, con differenti declinazioni, la valorizzazione del patrimonio materiale e immateriale del paese d'origine. Il sentimento di "doppia assenza", in questo caso, non dà luogo a un'arte di denuncia, ma si fa rivalsa, generando un'agentività che tende a colmare i vuoti con proposte dinamiche e innovative, pensate come start-up e/o progetti culturali creativi.
Con "Aeshab", una start-up ideata dall'artista, Hilmi ci presenta il percorso di creazione di un brand e la strategia di comunicazione relativa ad una linea di cosmetica ed erboristeria italiana/marocchina.
Con "Origini. Calligrafia araba" l'artista ci accompagna invece in un viaggio alle radici della lingua e dei luoghi della memoria, creando una significativa corrispondenza grafica tra lettere dell’alfabeto arabo e le tappe di una ricercata mappatura del patrimonio storico-culturale del paese d’origine.
Salma Hilmi nei suoi progetti tende sempre a ri-posizionare tematiche chiave che la società tende a relegare nelle zone grigie generate da facili processi di etichettamento: vulnerabilità, marginalità, discriminazione.
La sfida che ci presenta in questa sezione riguarda possibili approcci innovativi per sviluppare processi inclusivi e discorsivi fra cultura marocchina, a cui appartiene per nascita, e società italiana, sua patria adottiva. Cultura e Impresa al servizio dell' Innovazione Sociale! Salma Hilmi è la volontaria A2030 che segue lo sviluppo del progetto Born to Blossom, classificatosi terzo al premio "Social Start" annualmente promosso dalla Banca della Marca Credito Cooperativo.
Salma Hilmi è una Graphic & Web Designer, Photographer con esperienze di base anche su Product Designer, diplomatasi come perito grafico, per proseguire poi il percorso di studi presso la Accademia Albertina di Belle Arti di Torino "Progettazione artisitca per l'impresa", con applicazione pratica al C.E.M.I. (Centro Europeo Modellismo Industriale) di Torino nel percorso IFTS _ TECNICHE DI DISEGNO E PROGETTAZIONE INDUSTRIALE - Progettazione e costruzione prototipi. Dedica il suo tempo libero e le sue conoscenze al volontariato e allo studio di tecniche innovative, perché non si smette mai di imparare!
L'opera è parte della mostra “La doppia assenza. Riverberi artistici ed effetti a lungo raggio dell’arte in esilio” promossa da “A2030. Social Innovation Designers”, curata da Francesca Grisot PhD ed ospitata da Emergency, visitabile dall'8 al 30 settembre dal mercoledí al sabato dalle 11:00 alle 17:00.
Durante il Festival sarà visitabile venerdí 8 e sabato 9 dalle 11:00 alle 19:00.
08 Settembre 2023 11:00 - 30 Settembre 2023 17:00
Fondamenta San Giacomo, 212, 30133 Venezia, Italia
La tecnologia registra e preserva forme di vita destinate all’estinzione e col ricorso del digitale arriva a rappresentare e animare vite già estinte. Un progresso che se da un lato offre un’illusione salvifica con i suoi realistici, per quanto virtuali, documenti audiovisivi, dall’altro funge da monito per il futuro del pianeta, perché ogni traccia archiviata memorizza ciò che potrebbe essere dimenticato e rischia di andare perduto. Mehrnoosh Roshanaei (Teheran – Iran 1988) lavora in questo frangente e lo fa col ricorso alla poesia. La sua opera, The last song, allude proprio all’incanto del suono emesso dall’ultimo maschio di Kaua’i ‘ō’ō, un volatile delle Hawaii, registrato - in modo analogico - dal Cornell Lab of Ornithology. Un documento sonoro sublime quanto drammatico perché il canto del maschio è di accoppiamento, volto a chiamare una femmina che non arriverà mai. Questo esemplare, morto nel 1987, ha posto fine alla propria specie. Mentre si ascolta questo struggente canto d’amore, si assiste alla frammentazione e alla smaterializzazione di un Franklinia alatamaha, fiore ricreato in 3D dall’artista, visto che la pianta è stata dichiarata estinta all’inizio del XIX secolo. Un filmato essenziale, al limite dell’astrazione, col fiore che campeggia solo su un paesaggio deserto e senza una ragione apparente, si sgretola con inesorabile lentezza fino alla totale scomparsa. Una dissoluzione visiva vissuta come in un sogno, come onirico è il suono del canto che echeggia nel buio delle sequenze finali.
Mehrnoosh Roshanaei è nata e cresciuta a Teheran, in Iran, e attualmente vive e lavora a Bologna. Ha studiato arti visive presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna, Vienna e Düsseldorf, dove ha avuto il privilegio di essere insegnata da rinomati artisti come Monica Bonvicini, Marina Grizinic, Davide Ri- valta e Luca Bertolo. Durante la sua carriera artistica ha vinto diversi premi, tra cui la Biennale Monza nel 2021, il Premio Nocivelli a Brescia, il Premio Zucchelli 2021 e il Premio Young Art Award della Fondazione Golinelli 2020 a Bologna, e il Premio Carapelli presso la Triennale di Milano nel 2019. La sua arte è l’espressione della sua identità come donna iraniana e delle complesse esperienze che accompagnano l’immigrazione. Attraverso il suo lavoro, si impegna a sfidare le preconcette nozioni sull’identità e a mettere in luce la bellezza e la profondità che derivano dalla diversità.
L'opera è parte della mostra “La doppia assenza. Riverberi artistici ed effetti a lungo raggio dell’arte in esilio” promossa da “A2030. Social Innovation Designers”, curata da Francesca Grisot PhD ed ospitata da Emergency, visitabile dall'8 al 30 settembre dal mercoledí al sabato dalle 11:00 alle 17:00.
Durante il Festival sarà visitabile venerdí 8 e sabato 9 dalle 11:00 alle 19:00.
08 Settembre 2023 11:00 - 30 Settembre 2023 17:00
Fondamenta San Giacomo, 212, 30133 Venezia, Italia
In questa raccolta, "Anar is alive" (Il melograno è vivo), ho cercato di ricorrere a dei simboli per rappresentare l’indipendenza dell’identità femminile, ma anche le difficili situazioni di costrizione cui le donne sono sottoposte per vincoli tradizionali o contemporanei.
Anar (Melograno) e il chiodo: ognuno di loro ha una sua identità ben definita nel mondo reale e li ho scelti perché offrivano il messaggio simbolicamente più prossimo al mio intento artistico.
In questa selezione, Anar è un simbolo dell’identità indipendente della donna: simboleggia la potenza rivoluzionaria femminile, giacché nulla può impedirle di incrinarsi quando è maturata. Pur nel mezzo di tutte le difficili condizioni che le vengono imposte, ella continua a difendere la propria identità ad ogni costo. Anar è una donna che, senza aspettarsi nulla in cambio, cerca di sostenere il mondo che la circonda, diffondendo gentilezza, rassicurazione e umanità, grazie al suo istinto materno e di cura.
Il chiodo in queste foto simboleggia gli ostacoli che esistono sulla strada delle donne; pressioni che cercano di ostacolare in ogni modo il loro sviluppo, con un effetto deterrente sul loro corpo e sulle loro anime.
Thamima Alizada (HABIBEH Alizadeh), è nata in Iran nel 1989, da una famiglia di rifugiati afghani che hanno lasciato il paese in seguito all’invasione sovietica del 1978, poiché appartenenti a un gruppo etnico perseguitato per motivi religiosi ed etnici. Ha vissuto una condizione di esilio fin dalla nascita e dopo 28 anni ha deciso di fare ritorno in patria per dare un piccolo contributo alle sorti della sua gente, nella gioia e nel dolore, In Iran ha portato Avanti gli studi fino al livello di laurea magistrale in studi religiosi, non conclusa. Si è poi dedicata allo studio della fotografia. In Iran ha preso parte a una esposizione collettiva in cui ha messo in atto una performance artistica intitolata “We are all”. In Afghanistan ha esposto nella sua prima personale intitolata “Il melograno è vivo”. I suoi servizi fotografici sono stati pubblicati in diverse riviste. Nel corso dei tre mesi successivi alla caduta di Kabul, ha realizzato un reportage sulle proteste delle donne afghane. Oggi Tahmina ha 33 anni e vive a Monaco, in Germania.
L'opera è parte della mostra “La doppia assenza. Riverberi artistici ed effetti a lungo raggio dell’arte in esilio” promossa da “A2030. Social Innovation Designers”, curata da Francesca Grisot PhD ed ospitata da Emergency, visitabile dall'8 al 30 settembre dal mercoledí al sabato dalle 11:00 alle 17:00.
Durante il Festival sarà visitabile venerdí 8 e sabato 9 dalle 11:00 alle 19:00.
08 Settembre 2023 11:00 - 30 Settembre 2023 17:00
Fondamenta San Giacomo, 212, 30133 Venezia, Italia
Tendresse è un'opera dedicata a chi, nella lotta del quotidiano, riesce a trovare la sua poesia. Il forte contrasto fra l'asfalto, il catrame, e le piume bianche rievoca quella capacità di trovare la luce e la leggerezza nei contesti più cupi. Nelle mie opere mi trovo spesso a riflettere, senza necessariamente trovare una soluzione, sulla condizione umana, e in particolare femminile, in contesti di contenimento. Le società tendono a normare, comprimere, regolamentare, a cominciare dal corpo della donna e dai suoi costumi sociali. Un'opera che sento particolarmente efficace per trasmettere questo tema è "Integrity". È anch'essa un tappeto, in quanto continuo ad usare formalmente questo manufatto come spazio familiare e intimo per elaborare le mie riflessioni. Gli squarci che si aprono nel tappeto sono un invito a dare luce all'autentica integrità che serbiamo dentro e si manifesta ogni volta che troviamo la forza di essere "divinamente umani" nell'affrontare i crimini nel nostro presente. Il contenimento istituzionale si esprime anche attraverso i confini. Questo è il tema chiave di "Nomad", un tappeto arricchito da simboli berberi per recuperare l'innato senso umano per il movimento, per la "sete dell'altrove". Nomad è il manifesto del nomadismo contemporaneo fatto di resistenze, battaglie e negoziazioni che portano a una continua rielaborazione del sé.
Rafika Ferchichi nasce a Tunisi nel 1978, laureata in scultuna ed attualmente iscritta al biennio specialistico con indirizzo nuove tecnologie presso l'accademia di Belle Arti di Bari. Nella sua ricerca può essere definita versatile, attraverso l'uso sistematico di scultura, installazione e performance. Nel suo lavoro adopera un lessico attinente al mondo femminile; come la tessitura, retaggio di un'infanzia con una mamma e nonna tessitrici di tappeti. Decide di fare parte di un tacito patto dove le donne attraverso il lavoro tessile, in un linguaggio fatto di simboli, si raccontano e affrontano le fatiche della vita: il tappeto diventa il tema principale del suo lavoro, giocando con altri materiali di natura povera e al contempo imponente come l'asfalto crea il suo spazio formale, la sua casa e il suo diario dove annota incessantemente le sue intime riflessione.
L'opera è parte della mostra “La doppia assenza. Riverberi artistici ed effetti a lungo raggio dell’arte in esilio” promossa da “A2030. Social Innovation Designers”, curata da Francesca Grisot PhD ed ospitata da Emergency, visitabile dall'8 al 30 settembre dal mercoledí al sabato dalle 11:00 alle 17:00.
Durante il Festival sarà visitabile venerdí 8 e sabato 9 dalle 11:00 alle 19:00.
08 Settembre 2023 11:00 - 30 Settembre 2023 17:00
Fondamenta San Giacomo, 212, 30133 Venezia, Italia
Nell'esplorazione delle radici condotta attraverso la studio fotografico di abbigliamento e accessori della collezione privata di Roksolyana Shymchuk, Tetyana Erhart mette in risalto le raffinate lavorazioni e il loro significato simbolico. L'abito Hutsul, indossato da Solomiya in foto, è uno dei più caratteristici tipi di abiti popolari dei Carpazi. È originariamente colorato con molte forme e ricamato in modo attraente. I materiali utilizzati nell'abito Hutsul erano completamente realizzati con prodotti locali. La camicia Borshchiv invece è un tipo speciale di ricamo che si è sviluppato come fenomeno artistico nelle regioni della Podillia occidentale dell’Ucraina (ora distretto di Borshchiv nella regione di Ternopil). Il ricamo Borshchiv è un’opera indiscutibile dell’arte popolare ucraina. C’è una leggenda secondo cui l’apparizione di questa tradizione risale ai tempi in cui le incursioni del giogo tataro-mongolo venivano effettuate sulle terre ucraine. Quando un gran numero di uomini furono uccisi durante un’altra invasione, i bambini furono rapiti e le donne furono “ridotte in schiavitù”, coloro che rimasero su queste terre giurarono per 7 generazioni di indossare camicie ricamate con filo nero anche per matrimoni e feste. In forma di leggenda questa storia di tramanda ancora oggi, ma è possibile che eventi così tragici siano realmente avvenuti in queste terre e abbiano dato impulso allo sviluppo della tradizione etnica del ricamo in nero – il colore della terra natale e il lutto per i propri cari. Le modelle che indossano i vestiti della collezione Borshchiv sono le giocatrici di pallamano della squadra di pallamano femminile di Leopoli Halychanka.
Tetyana Erhart è una fotografa professionista di Leopoli, Ucraina, dove attualmente vive e lavora. È specializzata in ritratti pittorici di donne e lavora magistralmente con luci naturali e da studio. Tetyana crede che la fotografia sia un modo per preservare l’energia e le emozioni di una persona in un momento particolare. Le foto fanno rivivere sentimenti che una volta si sentivano. Le mani di una madre in un ritratto possono evocare l’amore materno e possono sempre riportarci ai ricordi più belli della vita: quando ti ha portato una tazza di caffè preparata da lei l’ultima volta che l’hai visitata, o una ciotola di porridge quando eri malato da bambino. Le coppie possono anche rivisitare la loro memoria condivisa quando passano attraverso immagini di se stesse in passato, collegandole all’essenza della loro relazione. Col passare del tempo i sentimenti scompaiono, ma la fotografia ci riporta alle nostre esperienze per rivivere il meglio della nostra esistenza. Tetyana Erhart è la fotografa ucraina di fama internazionale che ha ispirato con i suoi lavori il progetto "Born to Blossom", prodotto da A2030 Social Innovation Designers e classificatosi terzo al bando "Social Start", promosso annualmente da Banca della Marca Credito Cooperativo a sostegno del Terzo Settore e dell'innovazione sociale.
Le opere di Tetyana Erhart esposte nelle sezioni "Radici" e "Born to Blossom" sono parte della mostra “La doppia assenza. Riverberi artistici ed effetti a lungo raggio dell’arte in esilio” promossa da “A2030. Social Innovation Designers”, curata da Francesca Grisot PhD ed ospitata da Emergency, visitabile dall'8 al 30 settembre dal mercoledí al sabato dalle 11:00 alle 17:00.
Durante il Festival sarà visitabile venerdí 8 e sabato 9 dalle 11:00 alle 19:00.
08 Settembre 2023 11:00 - 30 Settembre 2023 17:00
Fondamenta San Giacomo, 212, 30133 Venezia, Italia
Yelena Ichkova è una fotografa che con audacia e sensibilità cattura l'autenticità e la bellezza delle donne mature. Il suo lavoro non solo mette in luce la forza e la profondità delle esperienze femminili, ma sfida le strutture patriarcali che hanno a lungo soppresso la voce e la presenza delle donne nella società. A cavallo tra due mondi, Yelena rileva sulle donne gli effetti di un sistema patriarcale e paternalista che ha storicamente limitato l'autonomia delle donne e la loro rappresentazione pubblica. Le sue fotografie rappresentano una potente dichiarazione di emancipazione. Attraverso la sua lente, le donne, anche mature, diventano soggetti di potenza e dignità, rivelando la bellezza che spesso rimane celata sotto gli stereotipi e le aspettative della società. Le sue fotografie creano uno spazio intimo in cui le donne possono esprimere la loro autenticità senza giudizio. Ogni scatto racconta una storia di resilienza, di successi e sfide affrontate, e di una bellezza che trascende gli standard superficiali.
Yelena Ichkova, per tutti Lena, è nata a Belgorod in Russia.
Cresciuta nella natura si trasferisce a Mosca per completare i suoi studi e consegue la Laurea in biochimica all’Università pedagogica di Mosca.
Nel 1994 si trasferisce in Italia a Belluno. Sposata, ha un figlio. Ha sempre coltivato la sua passione per la fotografia. A 50 anni, con il diradarsi degli impegni familiari, inizia a fotografare in maniera assidua. Il suo mondo è quello femminile, che avvicina con il suo obiettivo discreto ed attento scoprendo con innata sensibilità la donna che si cela nella donna. Le fotografie di Ichkova, dense di luci ed ombre rivelano personalità celate in uno splendido equilibrio di colore ed emozioni.
L'opera è parte della mostra “La doppia assenza. Riverberi artistici ed effetti a lungo raggio dell’arte in esilio” promossa da “A2030. Social Innovation Designers”, curata da Francesca Grisot PhD ed ospitata da Emergency, visitabile dall'8 al 30 settembre dal mercoledí al sabato dalle 11:00 alle 17:00.
Durante il Festival sarà visitabile venerdí 8 e sabato 9 dalle 11:00 alle 19:00.
08 Settembre 2023 11:00 - 30 Settembre 2023 17:00
Fondamenta San Giacomo, 212, 30133 Venezia, Italia
Nata a cavallo fra due mondi, Shaula De la Paz Grisot vive al contempo la scissione degli affetti tra due paesi e la fusione eclettica delle lingue, dei costumi, dei riferimenti iconografici, artistici e musicali. A Venezia le manca Varadero. A Varadero le manca Venezia. La foto in copertina è tratta dalla collezione "Mis Tías en Varadero", Varadero 2023.
L'opera è parte della mostra “La doppia assenza. Riverberi artistici ed effetti a lungo raggio dell’arte in esilio” promossa da “A2030. Social Innovation Designers”, curata da Francesca Grisot PhD ed ospitata da Emergency, visitabile dall'8 al 30 settembre dal mercoledí al sabato dalle 11:00 alle 17:00.
Durante il Festival sarà visitabile venerdí 8 e sabato 9 dalle 11:00 alle 19:00.
07 Settembre 2023 11:00 - 09 Settembre 2023 19:00
Fondamenta S. Giacomo 212
La mostra si sofferma sulle conseguenze che il cambiamento climatico ha nella vita delle persone, determinando migrazioni, conflitti, povertà. La desertificazione, la siccità e le conseguenti carestie, le inondazioni provocate dall’innalzamento del livello del mare e l‘aumento delle temperature, rendono la vita impossibile per migliaia di persone che si ritrovano senza casa e in condizioni di povertà assoluta. Il cambiamento climatico, unito al consumo del suolo e allo sfruttamento delle risorse naturali, aggrava le diseguaglianze e impoverisce persone già vulnerabili e in difficoltà. L’insieme di questi fattori e costringe le persone ad abbandonare la propria terra ed è causa di nuovi conflitti. La mostra visualizza attraverso fotografie, mappe, infografiche e un’installazione, i cambiamenti climatici e i suoi effetti sugli spostamenti delle persone. In esame quindici Paesi, tra cui l’Italia: sono i Paesi dove EMERGENCY opera o da cui molte persone si muovono per raggiungere l’Europa, anche a causa dell’innalzamento delle temperature e di altri fenomeni ambientali estremi.
07 Settembre 2023 18:00
Fondamenta S. Giacomo 212
In occasione dell’anteprima del XIV Festival delle Arti Giudecca Sacca Fisola A2030 Social Innovation Designers ed EMERGENCY inaugurano la mostra collettiva internazionale "La doppia assenza. Riverberi artistici ed effetti a lungo raggio dell’arte in esilio", che sarà visitabile dall'8 al 30 settembre. A due anni dall’ascesa dei talebani in Afghanistan, a un anno dallo scoppio delle rivolte in Iran e nel pieno della guerra in Ucraina, le 9 artiste con le loro opere riscrivono la narrativa della migrazione nelle società di accoglienza e al contempo incidono sull’immaginario femminile nelle società d’origine. La persona migrante vive una “doppia assenza” perché “fuori luogo” a cavallo tra due realtà, quella di origine e quella di arrivo ed è in questa terra di mezzo che sorge il fil rouge di questa mostra, in cui la doppia assenza è tutt’altro che sinonimo di resa e rassegnazione. L’arte diviene strumento attraverso cui riappropriarsi degli spazi negati e dare una nuova narrazione con cui leggere la condizione di donna. Le opere in mostra evidenziano come la potenza del ricordo, dell’esilio, del dolore e della perdita si traducano in risposte altrettanto potenti. Le protagoniste di “doppia assenza” sono artiste provenienti da diversi paesi, la maggior parte delle quali sono emigrate dal paese d’origine alla ricerca di migliori condizioni di vita e di libertà. Nelle loro narrazioni i fili della memoria della terra natia si intrecciano a elementi nuovi, tecnologie ipermoderne e inediti punti d’osservazione.
Nella parete principale dell'esposizione saranno esposti in anteprima i risultati di un progetto di auto-imprenditorialità e self-branding per l'empowerment femminile "Born to Blossom" sviluppato dalla associazione A2030 Social Innovation Designers grazie al supporto della Fondazione The Human Safety Net e del premio "Social Start", annualmente promosso da Banca della Marca Credito Cooperativo, in cui il progetto "Born to Blossom" si è qualificato nel 2023 al terzo posto.
Le opere in mostra sono di: Rafika Ferchichi (Tunisia), Mehrnoosh Roshanaei(Iran), Khatereh Safajoo (Iran), Shaula De La Paz Grisot (Cuba), Tahimina Alizada (Afghanistan), Emanuela Pamio (Italia), Tetyana Erhart (Ucraina), Yelena Ichkova (Russia), Salma Hilmi (Marocco), collettivo Born to Blossom.
La mostra, che vede riconosciuto il patrocinio dell’Associazione Nazionale Professionale Italiana di Antropologia (ANPIA), è curata da Francesca Grisot PhD (orientalista e antropologa), affiancata dall'antropologa Federica Gozzo, Rosanna Marcato e Pamela Lillo. Visita il sito di A2030 Social Innovation Designers per conoscere in dettaglio artisti ed opere esposte
La mostra sarà aperta nella sede di EMERGENCY a Venezia (Giudecca 212) dall'8 al 30 settembre, dal mercoledì al sabato, dalle 11 alle 17.
La doppia assenza si affianca alla mostra Dove stiamo andando? Clima e persone, già presente nella sede di EMERGENCY a Venezia, sul tema delle migrazioni climatiche. In occasione della mostra, sabato 9 settembre alle 11.00 si terrà un laboratorio per bambini rivolto ad alunni della scuola primaria e secondaria di primo grado. Un viaggio appassionante lungo la rotta dei minori stranieri non accompagnati afghani, alla scoperta delle ricchezze e tradizioni della terra d'origine, della storia del popolo hazara e della rete transnazionale di migrazione. Il laboratorio è tratto dal libro Il viaggio di Zaher. Percorso interculturale di cittadinanza e solidarietà di G. Fioretti, F. Grisot e G. Viale, edizioni la meridiana, 2020.Ingresso libero con prenotazione. Contatti: infovenice@emergency.it 041877931
credits foto locandina: Tetyana Erhart, Ucraina.
09 Settembre 2022 20:30
Fondamenta San Giacomo, 212, 30133 Venezia, Italia
STRINGS THEORY MUSIC FEST e EMERGENCY – VENEZIA
presentano:
BARBARA ERAMO
accompagnata da Andrea D’Apolito
“CANZONI TRA LE CORRENTI”
Barbara Eramo è una delle interpreti più interessanti del cantautorato italiano contemporaneo.
La cantante tarantina può vantare collaborazioni prestigiose, dal Premio Oscar Luis Bacalov a Matteo Garrone (nella colonna sonora di Oscar Alexandre Despalt nel Racconto dei Racconti), da Nicola Piovani (per la quale è cantante solista dei Concerti Sinfonici) a diverse incursioni nel mondo del teatro con la Banda Ikona (Giancarlo Giannini, Massimo Popolizio, Manuela Mandracchia, Giorgio Albertazzi, Michele Placido, Pamela Villoresi), oltre ad aver vinto il Premio della Critica nella Sezione Giovani del Festival di Sanremo 1998 e il Premio Volare per la miglior esibizione dell’intero festival, assegnato dal presidente della giuria di qualità Michael Nyman.
Voce affermata della World Music, Barbara Eramo porta con la sua voce le culture del mondo sul palco, frutto della sua ricerca senza confini.
Visita il sito del Music Fest
BARBARA ERAMO
accompagnata da Andrea D’Apolito
“CANZONI TRA LE CORRENTI”
Barbara Eramo è una delle interpreti più interessanti del cantautorato italiano contemporaneo.
La cantante tarantina può vantare collaborazioni prestigiose, dal Premio Oscar Luis Bacalov a Matteo Garrone (nella colonna sonora di Oscar Alexandre Despalt nel Racconto dei Racconti), da Nicola Piovani (per la quale è cantante solista dei Concerti Sinfonici) a diverse incursioni nel mondo del teatro con la Banda Ikona (Giancarlo Giannini, Massimo Popolizio, Manuela Mandracchia, Giorgio Albertazzi, Michele Placido, Pamela Villoresi), oltre ad aver vinto il Premio della Critica nella Sezione Giovani del Festival di Sanremo 1998 e il Premio Volare per la miglior esibizione dell’intero festival, assegnato dal presidente della giuria di qualità Michael Nyman.
Voce affermata della World Music, Barbara Eramo porta con la sua voce le culture del mondo sul palco, frutto della sua ricerca senza confini.
Visita il sito del Music Fest
14 Settembre 2019 18:00
Fondamenta San Giacomo, 212, 30133 Venezia, Italia
Progetto internazionale “Venezia-Vilnius: arte e letteratura tra Baltico e Adriatico”. Sinergie d’arte e letteratura: presentazione della mostra Tracce di comunicazione di Gabrielė Vingraitė e reading letterari degli scrittori lituani Ramunė Brundzaitė, Marijus Gailius, Kristina Janušaitė-Valleri, Saulius Vasiliauskas ed italiani Verusca Costenaro e Alessandro Mistrorigo.
Venezia-Vilnius (Lituania). Tra Baltico e Adriatico. Incroci tra due culture, tra arte e letteratura. Questo è il fil rouge dell’evento, stimolo di riflessioni, nonché un nuovo sguardo su diversi generi letterari in continua evoluzione (poesia / prosa breve / romanzo). Opere coinvolgenti, provocatorie e che invitano alla discussione sull'ecologia, sui problemi sociali, sull’esperienza di essere espatriati, sul superamento dell'ansia, sul cambiamento delle nostre abitudini, sul rapporto con il mondo, sulla vita quotidiana e sull’esistenza. Uno spettro vasto di temi per incontrarsi, ritrovarsi, riscriversi.
13 Settembre 2019 16:45
Fondamenta San Giacomo, 212, 30133 Venezia, Italia
Imparare la lingua di Shakespeare utilizzando le canzoni non è solo divertente, funziona perchè affronta i due aspetti più problematici dell’inglese: capire gli anglofoni di tutte le provenienze quando parlano e impostare una buona pronuncia, corretta e comprensibile.
Esiste un unico metodo in Italia a tale proposito, sviluppato dal dott. Bruce Boreham, già lettore di madrelingua inglese all’Università di Venezia Ca’ Foscari, oltre che cantante e insegnante di canto.
Nella pratica le lezioni consistono nell’ascolto guidato dei brani in lingua inglese che ci hanno fatto sognare in questi ultimi 60 anni.
L’unico nostro “libro di testo” è la canzone stessa: English in Song.
Usando un’apposita scheda per annotare il testo ascoltato, e avendo chiarito il significato dei vocaboli, pronuncia ed eventuali difficoltà sintattiche, cantiamo il pezzo tutti insieme!
Anche i più inibiti si lanciano in gruppo. Acquisisci sicurezza e fiducia nel modo in cui ti esprimi con la voce, sia quando canti che quando parli e crei un’abitudine all’ascolto dove diventano accessibili testi che prima sembravano impossibili. Vieni ad assistere ad una dimostrazione di come funzione “English in Song” senza impegno e gratuitamente, come tutte le iniziative al Festival delle Arti della nostra isola Giudecca!
Per prenotare un posto alla dimostrazione, scrivi un sms al dott. Bruce Boreham cell: 348-1456574 Oppure una mail a: EnglishInSong@gmail.com
Esiste un unico metodo in Italia a tale proposito, sviluppato dal dott. Bruce Boreham, già lettore di madrelingua inglese all’Università di Venezia Ca’ Foscari, oltre che cantante e insegnante di canto.
Nella pratica le lezioni consistono nell’ascolto guidato dei brani in lingua inglese che ci hanno fatto sognare in questi ultimi 60 anni.
L’unico nostro “libro di testo” è la canzone stessa: English in Song.
Usando un’apposita scheda per annotare il testo ascoltato, e avendo chiarito il significato dei vocaboli, pronuncia ed eventuali difficoltà sintattiche, cantiamo il pezzo tutti insieme!
Anche i più inibiti si lanciano in gruppo. Acquisisci sicurezza e fiducia nel modo in cui ti esprimi con la voce, sia quando canti che quando parli e crei un’abitudine all’ascolto dove diventano accessibili testi che prima sembravano impossibili. Vieni ad assistere ad una dimostrazione di come funzione “English in Song” senza impegno e gratuitamente, come tutte le iniziative al Festival delle Arti della nostra isola Giudecca!
Per prenotare un posto alla dimostrazione, scrivi un sms al dott. Bruce Boreham cell: 348-1456574 Oppure una mail a: EnglishInSong@gmail.com
13 Settembre 2019 15:30 - 15 Settembre 2019 19:30
Fondamenta San Giacomo, 212, 30133 Venezia, Italia
Paesaggi siciliani dipinti en plein air con la tecnica ad olio su lino, frutto delle mie peregrinazioni in trinacria di questi anni.
13 Settembre 2019 15:30 - 15 Settembre 2019 19:30
Fondamenta San Giacomo, 212, 30133 Venezia, Italia
Esposizione parte del progetto internazionale Venezia-Vilnius: arte e letteratura tra Baltico e Adriatico.
Sinergie d’arte e letteratura.
"Mi interessano le decisioni di stile inaspettate e fresche. Nella mia ricerca si mescolano tipografia e libri d'artista, è una collaborazione tra arte e design. Inoltre ho un debole per l'odore di vernice, le presse da incisione e le vecchie lettere tipografiche, il che mi fa scegliere strade differenti."
Sinergie d’arte e letteratura.
"Mi interessano le decisioni di stile inaspettate e fresche. Nella mia ricerca si mescolano tipografia e libri d'artista, è una collaborazione tra arte e design. Inoltre ho un debole per l'odore di vernice, le presse da incisione e le vecchie lettere tipografiche, il che mi fa scegliere strade differenti."